Canon EOS 80D: descrizione e uso

Descrizione

La EOS 80D è una reflex di dimensioni abbastanza grandi, simili a quelle di una fullframe come la EOS 6D; anche il peso è simile. Il corpo pur avendo il rivestimento esterno in policarbonato è molto ben costruito e rifinito e da un’impressione di solidità; è anche protetto da polvere ed acqua. Lo schermo articolato da 3″ ha una risoluzione di 1.040.000 punti, un rapporto di aspetto 3:2 ed è sensibile al tocco. I comandi sono abbastanza completi e ben posizionati, con le due ghiere di regolazione classiche di Canon. Con l’occhio al mirino o col menu di controllo rapido, attivabile premendo il comando Q, tutte le impostazioni sono facilmente raggiungibili e regolabili. L’obiettivo con cui l’ho avuta in prova, l’EF 16-35 mm f/2,8 L III USM adatto per fullframe, sulla 80D equivale ad un26-56 mm ed è un po’ sproporzionato in rapporto alle dimensioni del corpo.

Inizio la descrizione dal frontale:

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Sulla destra dell’innesto obiettivi si vede il pulsante di sblocco dell’obiettivo e a sinistra il led segnalatore dell’autoscatto. Più in basso, sul fianco destro dell’innesto obiettivi c’è il pulsante per la chiusura del diaframma ed il controllo della profondità di campo. Più in alto, sul lato sinistro il pulsante per l’apertura del flash. A fianco della la sua sporgenza e la scritta Canon si vedono i due microfoni per l’audio stereo.

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Sulla calotta superiore c’è al centro la slitta portaaccessori. A sinistra la manopola di impostazione delle modalità di funzionamento con le seguenti posizioni: M (manuale, Av (priorità dei diaframmi, Tv (priorità dei tempi, P (program), A+ (scelta automatica della scena), Flash spento, CA (creatività automatica), SCN (scene),  alcune scene (scatto notturno e effetto miniatura), due posizioni di memoria 1 e 2 e la posa B. Coassiale c’è la leva di accensione, come d’uso nelle Canon sul lato sinistro e quindi più scomoda e di azionamento meno immediato di quelle coassiali al pulsante di scatto in quanto richiede l’intervento della mano sinistra mentre la destra impugna la fotocamera. A destra del pentaprisma c’è il pannello LCD, illuminabile, che fornisce le principali informazioni sulle regolazioni della fotocamera. Davanti a questo cinque pulsanti: tutti agiscono attuando le scelte con la rotazione di una delle due ghiere di regolazione, tranne l’ultimo più a destra che attiva l’illuminazione del pannello LCD per 10 secondi. Da sinistra sono: pulsante che attiva la scelta della modalità autofocus (Scatto singolo, AiFocus e AiServo), poi quello per la scelta delle modalità di scatto (scatto singolo, continuo veloce, continuo lento, silenzioso, continuo silenzioso e autoscatto a 2 o 10 secondi). Il terzo è quello per l’impostazione della sensibilità Iso, il quarto imposta la modalità di misurazione esposimetrica (valutativa, parziale al centro, spot e media pesata al centro). Davanti a questa fila, nell’impugnatura c’è la ghiera di regolazione anteriore, il pulsante per la scelta dei punti autofocus (selezione automatica fra 45 unti, selezione manuale di 1 punto spostabile sull’inquadratura, selezione di una zona di 9 punti e selezione di una zona ampia). All’estremità anteriore dell’impugnatura il pulsante di scatto.

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Nella parte posteriore i comandi sono raggruppati tutti sulla destra ed in alto a causa della presenza dello schermo articolato. In alto a sinistra, sopra lo schermo ci sono il pulsante per il richiamo dei menu e quello INFO per visualizzare le principali impostazioni della fotocamera. Al centro il mirino con, sulla destra, la rotella per la regolazione diottrica. A destra il pulsante per attivare la funzione live view e per iniziare e terminare la ripresa video circondato da una piccola ghiera a due posizioni che consente di scegliere fra la funzione live view e la ripresa video. Più a destra in alto il pulsante per attivare la messa a fuoco durante le riprese video, quello di blocco AE/AF e quello per attivare la selezione manuale del punto di messa a fuoco, da effettuare con il pad o una delle due ghiere. Questi due pulsanti servono, durante la revisione delle foto, per ingrandire o ridurre l’immagine visualizzata. A destra dello schermo il pulsante Q che richiama sullo schermo il pannello di controllo rapido da cui è possibile controllare e modificare tutte le impostazioni. Più in basso il pulsante per la visualizzazione delle foto. Poi la ghiera di regolazione posteriore che circonda il pad a quattro vie con al centro il pulsante di impostazione e conferma. Non è associato a funzioni predefinite, ma consente di scegliere il punto AF, scorrere le immagini in visualizzazione o navigare i menu e il pannello di controllo rapido. In basso infine il pulsante per la cancellazione delle foto e, all’estrema destra una leva per bloccare la ghiera di controllo rapido ed il pad multifunzione per impedire di modificare inavvertitamente le impostazioni.

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Sul lato destro c’è l’alloggiamento della scheda di memoria SD protetto da uno sportellino.

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Sul quello sinistro ci sono le prese USB e HDMI ricoperte da uno sportellino. Più avanti in alto un altro sportellino ricopre l’ingresso microfono e per cuffia, mentre un terzo sportellino più in basso protegge quello per il telecomando. A fianco del bocchettone dell’obiettivo si vede il pulsante per l’apertura del flash.

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Nella parte inferiore troviamo l’inesto per il treppiedi coassiale con l’obiettivo e uno sportello che protegge l’alloggiamento della batteria ricaricabile agli ioni di litio.

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Sull’obiettivo ci sono la ghiera per lo zoom manuale, e quella per la messa a fuoco, un interruttore per commutare la messa a fuoco da automatica a manuale.

In dotazione, insieme alla macchina sono forniti:
– batteria ricaricabile LP-E6N
– caricabatteria con cavoB
– la cinghia a tracolla
– il manuale base stampato, quello completo deve essere scaricato come pdf dal sito Canon Italia, così come pure il software che comprende Digital Photo Professional per la conversione delle immagini raw, EOS Utility per trasferire foto e filmati sul computer e Picture Style Editor per creare gli stili foto.

Come accessori sono disponibili:
– borse custodia semirigide
– Connect Station CS100
– vari flash esterni Canon dedicati e comandabili senza cavi
– comando a distanza RS-60E3
– telecomando RC-6
– Impugnatura verticale con batteria BG-E6N
– kit alimentatore da rete
– ricevitore GPS
– prolunga oculare EP-EX15
– mirino angolare C
– cavo HDMI HTC-100

Principali schermate e menu

Reflex

Live view

Menu

Uso in pratica

Per la prova ho avuto a disposizione una EOS 80D dotata dell’obiettivo 16-35/2,8 L USM adatto per fullframe che per un’APS equivale ad un 26-56 mm.

La EOS 80D è una reflex di classe media, ma il suo aspetto la fa apparire una macchina di classe professionale e la sua costruzione, di buona fattura, conferma questa impressione quando la si impugna. Le dimensioni sono abbondanti quasi da fullframe, ci sono reflex più piccole, e se potrà apparire grande a chi è abituato alle compatte o alle mirrorless, sono “giuste” per una reflex e consentono un’ottima impugnabilità e un facile accesso ai comandi.
La costruzione, con l’esterno in policarbonato, da una buona sensazione ed il rivestimento, in parte di materiale rugoso e morbido è piacevole al tatto. Il peso consistente da un senso di solidità.
Con l’obiettivo usato per la prova l’insieme è un po’ sbilanciato in quanto le dimensioni dell’obiettivo sono elevate e non proporzionate per la focale equivalente che ha su questa reflex. Per il trasporto ci vuole una borsa pronto o fotografica. Delle caratteristiche e qualità dell’obiettivo, che è una versione piuttosto recente, parlerò nell’apposita pagina.

I comandi, tutti concentrati sul lato destro, tranne il pulsante per il richiamo dei menu e quello per il richiamo delle informazioni, sono a portata di dita e facilmente raggiungibili e memorizzabili. Molto comodo il pulsante Iso, dietro a quello di scatto e contraddistinto da una punta al centro che lo contraddistingue dagli altri per una facile individuazione. E’ quindi raggiungibile facilmente con l’indice anche con l’occhio al mirino. Basta premerlo e senza continuare la pressione si può variare con la ghiera di regolazione appena avanti la sensibilità Iso. Veramente comodo e rapido, molto meglio di quello sulla sinistra delle Nikon, difficile da trovare senza spostare la mano dall’impugnatura e che va tenuto premuto per effettuare la regolazione. Meno comoda invece la leva di accensione che essendo sul lato sinistro impegna la mano che normalmente dovrebbe sorreggere l’obiettivo. Semplice anche la scelta dei punti di messa a fuoco effettuabile con il pollice premendo l’apposito pulsante in alto a destra e poi il pad direzionale o ruotando una delle due ghiere. Anche il controllo della compensazione di esposizione è immediato e si effettua ruotando la ghiera posteriore. Quella anteriore invece serve per il program shift e per la regolazione di tempi e diaframmi nelle relative priorità. In manuale la ghiera anteriore regola i tempi, quella posteriore i diaframmi. Per regolare il bilanciamento del bianco non c’è un pulsante dedicato ed è necessario usare il menu rapido attivabile con il pulsante Q. I picture Style possono essere scelti premendo il pulsante al centro del pad e selezionandoli sullo schermo posteriore. Le regolazioni principali, tempi, diaframmi, Iso, compensazione dell’esposizione possono essere effettuate con l’occhio al mirino. Per altre è molto comodo richiamare sullo schermo il menu di regolazione rapida e poi effettuarle con questo. Da questo punto di vista quindi l’usabilità della macchina è ottima. Anche il live view si aziona immediatamente con l’apposito pulsante. Solo per le riprese video bisogna ricordarsi di mettere prima la leva di commutazione sulla posizione video.

Il mirino a pentaprisma con copertura del 100 % e ingrandimento reale di 0,63x è abbastanza ampio e luminoso, poco meno di quello di una fullframe. I punti AF coprono una superficie adeguata e sono ben posizionati. Quelli attivi sono visualizzati in rosso al momento della messa a fuoco. Alla sua base sono visualizzate tutte le impostazioni della fotocamera, tempi, diaframmi, sensibilità, compensazione dell’esposizione, modalità di scatto, impostazione flash, blocco AE/AF e conferma messa a fuoco, quindi si può scattare senza distogliere l’occhio dal mirino.

Lo schermo da 3″ con 1.040.000 pixel sensibile al tocco ha un’elevata nitidezza, ma come tutti gli schermi non consente una visione ottimale in condizioni di forte illuminazione, specialmente in controluce. Quando la macchina è accesa può visualizzare tutte le sue impostazioni, ma se questo da fastido può essere oscurato con il pulsante Info. Questo può anche visualizzare le impostazioni principali o una livella per l’asse  di rotazione longitudinale utile in realtà solo in live view o con la fotocamera su treppiedi. Lo schermo è sensibile al tocco, come uno smartphone, e questo facilita la revisione delle foto con il loro scorrimento e ingrandimento come molti ormai sono abituati a fare. E’ possibile, in live view, anche selezionare il punto di messa a fuoco e scattare toccando lo schermo. E’ poi possibile visualizzare un apposito menu rapido che consente di effettuare la maggior parte delle impostazioni della fotocamera direttamente sullo schermo.

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La sua articolazione consente di orientarlo nella posizione più comoda per riprese dal basso, dall’alto e per i video. Si può anche rivolgerlo verso l’avanti per autoritratti.

La EOS 80D non è dotata di stabilizzatore integrato, ma si affida a quello degli obiettivi. Il 16-35 provato non è dotato di stabilizzazione, come quasi tutti gli obiettivi grandangolari, quindi non mi è stato possibile effettuare prove di stabilizzazione.

L’autofocus è ibrido. Quando si scattano foto usando il mirino reflex è a rilevamento di fase con il sistema autofocus dedicato con 45 punti a croce di cui quello centrale a doppia croce ha una maggiore sensibilità per gli obiettivi con luminosità di f/2,8 o maggiore. In live view o durante le riprese video la messa a fuoco è effettuata dal sensore con il sistema a rilevamento di fase usando alcuni pixel sdoppiati appositamente disposti su circa l’80 % della sua superficie.
L’autofocus reflex a rilevamento di fase può funzionare in modalità singola (One Shot), continua (AI Focus) ed a inseguimento (AI Servo). Nella modalità AI Servo è possibile regolare la sensibilità all’inseguimento, la sensibilità all’accelerazione o decelerazione, la sensibilità di attivazione dei punti AF, la priorità allo scatto o alla messa a fuoco e il punto o la zona AF iniziale. E’ poi possibile, in tutte le modalità, attivare o meno la luce ausiliaria (attuata tramite il flash), impostare un punto o una zona diverse per le inquadrature orizzontali o verticali e la determinazione del punto AF in funzione del riconoscimento della tonalità dell’incarnato. E’ infine possibile effettuare una regolazione fine personalizzata per ciascun obiettivo. E’ quindi un autofocus molto sofisticato che riprende alcune caratteristiche dei modelli superiori di Canon, in modo simile alla 5D IV, e anche se non arriva alle sofisticate regolazioni della 1DX II e della 7D II consente di intervenire significativamente sul suo comportamento. Nella pratica si è dimostrato molto veloce e preciso, in grado di seguire anche soggetti in movimento veloce, la sua sensibilità è ottima, -3 EV, e funziona quasi al buio anche senza l’illuminatore ausiliario.
La messa a fuoco in live view può avvenire con scelta automatica dei punti di scatto su una zona ampia oppure  scegliendo una zona più ristretta (FlexiZone AF), in alternativa su un singolo punto spostabile a piacere sullo schermo con i pulsanti del pad. La modalità di funzionamento può essere a messa a fuoco singola o a inseguimento. E’ disponibile anche il riconoscimento dei volti. In live view l’autofocus si è dimostrato abbastanza veloce, anche se non come usando il mirino reflex, e addirittura più sensibile di quello in modalità reflex, -4 EV, riuscendo a mettere a fuoco praticamente al buio. In alcuni casi però ha confermato il fuoco permettendo lo scatto anche se in realtà il soggetto non era perfettamente a fuoco.
L’unico limite del sistema AF della 80D è l’assenza di una luce di ausilio per la messa a fuoco. Quando è necessaria bisogna sollevare il flash incorporato che funge anche da illuminatore ausiliario.
La messa a fuoco manuale col mirino reflex è abbastanza difficoltosa perchè lo schermo di visione, di tipo chiaro, non la consente facilmente e non c’è nessuna indicazione che la assista. In live view è possibile ed assistita.

E’ necessario impostare l’obiettivo per la messa a fuoco manuale, poi premendo il pulsante all’estrema destra in alto (quello per la selezione di zone e punti AF) o toccando la piccola lente nell’angolo in basso a destra dello schermo si evidenzia la zona di messa a fuoco che è possibile spostare in tutte le direzioni con i quattro pulsanti del pad. Una successiva pressione del pulsante o della lente ingrandisce la zona prima di 5x e poi di 10 x. A questo punto è possibile mettere a fuoco e poi, con un’ulteriore pressione del pulsante ritornare all’inquadratura completa. Un po’ macchinoso, ma funziona.

L’esposizione può essere totalmente automatica in Auto. In questo caso la fotocamera esegue tutto automaticamente compresa la selezione della scena e dello stile. In modalità CA (creativa automatica) si possono effettuare una serie di impostazioni, sempre selezionandole sullo schermo, compresa quella relativa alla sfocatura dello sfondo (profondità di campo). In alternativa si possono usare il programma P con la possibilità di cambiare la coppia tempo/diaframma (program shift) con le ghiere di regolazione, le priorità ai tempi o diaframmi o l’esposizione manuale. In questo caso su un’apposita scala viene indicata la differenza fra l’esposizione impostata e quella misurata fino a +/- 3 EV. In tutte le modalità è molto facile regolare la macchina con le due ghiere. La sensibilità ugualmente si può regolare con facilità, se non si usa in Auto, premendo il pulsante dedicato e con una delle due ghiere, oppure dal il pannello di controllo rapido. In modalità Iso Auto la macchina regola il tempo minimo di scatto in funzione della lunghezza focale impostata sull’obiettivo e, coadiuvata dallo stabilizzatore se presente sull’obiettivo, consente di evitare foto mosse (per soggetti statici!); si può comunque variare la curva di impostazione della sensibilità per privilegiare tempi di scatto più veloci o più lenti; in alternativa si può scegliere manualmente la velocità minima di scatto. Si può selezionare la sensibilità minima impostabile automaticamente fra 100 e 12800 Iso e quella massima fra 200 e 16000. La lettura esposimetrica può essere valutativa, parziale, spot o pesata al centro.
L’esposizione si è dimostrata sempre corretta sia con molta luce sia di notte anche in presenza di forti contrasti e solo in casi veramente al limite ho dovuto apportare delle correzioni. Nelle foto notturne però è preferibile sottoesporre di 2/3 o 1 stop per non ottenere foto sovraesposte e non realistiche.
Come in tutte le Canon si possono scegliere vari stili per le foto: automatico, standard, ritratto, paesaggio, dettaglio fine,  neutro, immagine fedele, monocromo e 3 stili utente. Per ciascuno si possono personalizzare nitidezza, contrasto, saturazione e tonalità colore.

Le foto possono essere salvate in formato 3:2, 4:3, 16:9 e 1:1 e in varie dimensioni; per ciascun formato diverso dal 3:2 è indicata nel mirino l’inquadratura delimitata da linee scure. Per quelle in rapporto 3:2 (formato nativo del sensore) jpeg sono disponibili i formati: L a 24 Mpx , M a 11 Mpx, S1 a 5,9 Mpx, S2 a 2,5 Mpx e S3 a 0,3 Mpx con due livelli di compressione; per quelle raw: RAW a 24 Mpx, MRAW a 14 Mpx e SRAW a 6 Mpx. Si possono scegliere da menu per lo scattotutte le combinazioni di questi due formati. Con gli altri rapporti dimensionali l’immagine è ritagliata, non sfruttando l’intero sensore. In raw le immagini hanno sempre la grandezza corrispondente al rapporto 3:2, ma convertendole con Canon Digital Phooto Professional sono salvate nel rapporto dimensionale scelto al momento dello scatto.

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Il flash integrato come in tutte le reflex tranne le professionali, è piccolo e non molto potente. Va bene per illuminare soggetti vicini, piccoli gruppi o come luce di schiarita in esterni di giorno. Può però comandare altri flash esterni Canon in modalità senza fili. Il tempo di sincronizzazione massimo è di 1/250 di secondo.

La 80D dispone di due velocità di raffica: alta a 7 fg/s e bassa a 3 fg/s. Alla velocità più alta può scattare 110 jpeg o 25 raw usando una scheda UHS-I. Per le prestazioni vedere l’apposita pagina.

La ripresa video consente di riprendere video Full HD a 1920×1080 pixel informato MOV con compressione ALL-I o MP4 con compressione IPB standard o light, codec H.264 e frequenza 60p (59,94), 50p, 30p (29,97), 25p o 24p (23,98). E’ disponibile anche una ripresa con formato HD a 1280×720 pixel 60p a 60 o 50 fg/s o VGA a 640×480 pixel. La durata del video è variabile in funzione del formato e della frequenza; può raggiungere in teoria le 11 ore con una scheda da 64 Gb e se le dimensioni del file superano i 4 Gb ne viene creato uno nuovo e la ripresa non si interrompe, ma per le fotocamere vendute in Europa è limitata a 29 minuti e 59 secondi.
Durante la ripresa la messa a fuoco è continua, ma è necessario mettere a fuoco il soggetto prima di iniziarla premendo a metà il pulsante di scatto. In alternativa si può usare la messa a fuoco manuale. Per iniziare la ripresa è necessario commutare la piccola leva accanto al mirino in “filmato” e poi premere il pulsante concentrico.
La ripresa può essere effettuata con l’esposizione completamente automatica, oppure regolando manualmente la sensibilità, il diaframma ed il tempo di otturazione.
Durante la ripresa video non è possibile riprendere foto.

La EOS 80D dispone di numerose modalità scena, selezionabili in modo automatico (Auto) o manuale e con la possibilità di variare alcuni parametri per la loro applicazione. Sono disponibili: Food, Bambini, Lume di candela, Ritratto notturno, Scatto notturno manuale, Controllo retroilluminazione HDR, Ritratto, Paesaggio, Macro e Sport. Per ciascuna scena premendo il pulsante Q si visualizza una schermata di controllo rapido che consente di cambiarne alcune impostazioni.
Inoltre in modalità CA (Scatto creativo automatico) è possibile modificare la profondità di campo, la modalità di scatto (singolo, continuo) e l’uso del flash.
Molte delle funzioni poi possono essere comandate direttamente dallo schermo con il tocco.
La 80D è dotata di connessione Wi-Fi e NFC che consente il suo collegamento diretto ad uno smartphone o tablet, Android o iOs, su cui sia installata l’app Canon Camera Connect. Con questa è possibile controllare da remoto la fotocamera, mettendo a fuoco e scattando immagini in live view, rivedere le foto sulla scheda della fotocamera ed eventualmente trasferirle sul dispositivo e infine modificare le impostazioni. Usando la funzione NFC è possibile connettersi alla Canon Connect Station e salvarvi le foto. La 80D inoltre può connettersi ad una rete wi-fi esistente e scambiare foto con un’altra fotocamera connessa, stamparle su una stampante wi-fi, visualizzare le foto su un dispositivo tv che supporti lo standard DLNA e inviarle ad un servizio web di tipo cloud.

Nell’uso la EOS 80D si è dimostrata una fotocamera molto valida. Il suo peso ed ingombro sono abbastanza importanti, specialmente se usata come nel mio caso con un obiettivo fullframe e richiede una borsa per il trasporto. Le sue capacità di autofocus e le numerose possibilità di regolazione la rendono però adatta a tutti gli usi, considerando anche la vastissima gamma di obiettivi disponibili da Canon e da altri produttori.
Il mirino è buono e consente una visione adeguata. Quando invece si deve usare lo schermo, come per le riprese video, ci si accorge che ha i soliti difetti di tutti gli schermi: in esterni con il sole si vede poco. L’accensione è immediata. L’interruttore però disposto sulla sinistra è un po’ scomodo, almeno per chi trasporta la maccina tenedola per l’impugnatura con la mano destra. I comandi sono molto pratici e completi e consentono la maggior parte delle regolazioni con l’occhio al mirino. Molto pratico anche il menu di controllo rapido.

Per tutte le foto di prova ho usato il formato 3:2 nativo dei sensori APS.
Le foto sono suddivise in foto di test, scattate a tutte le sensibilità, da 100 a 25600 Iso, in luce naturale di giorno e di notte e in interni ed a vari diaframmi per valutare l’obiettivo, e foto di esempio, come turista, a varie sensibilità a secondo delle situazioni, anche se di giorno sono stati usati possibilmente i 100 Iso. Tutte le foto sono state salvate sia nel formato jpeg come salvato dalla macchina, sia nel jpeg convertito dal raw con il programma fornito da Canon, Digital Photo Professional.

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Prestazioni
Galleria
Conclusioni
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