Alla fine dell’anno e dopo avere le novità presentate alla Photokina (poche) è possibile fare qualche considerazione su come sta andando e come si svilupperà ni prossimi mesi il mercato delle fotocamere.
Indubbiamente una parte del mercato delle fotocamere è in crisi.
Lo sviluppo e la diffusione di smartphone e tablet con capacità fotografiche (lo analizzerò in altro articolo) ha determinato la pressochè scomparsa del mercato delle compatte economiche. Ormai tanti si sono accorti che questi dispositivi producono foto e li usano diffusamente. Basta andare in giro per qualsiasi località turistica per accorgersene.
Ma come hanno reagito i produttori di fotocamere a questo assalto? l’unica risposta possibile è quella di concentrarsi sulle fotocamere di migliore qualità per andare incontro alle esigenze di chi vuole qualcosa di più degli smartphone.
La prima cosa che si nota è che i produttori di fotocamere iniziano a puntare sulla qualità.
Alla scorsa Photokina infatti non è stata presentata nessuna compatta “tradizionale” di tipo economico, come avveniva in precedenza con cadenza semestrale, e gli ultimi annunci risalgono ad inizio anno.
Sono state invece presentate fotocamere compatte di maggiore qualità, con sensori più grandi ed obiettivi migliori, per consentire a chi è appassionato di fotografia e ricerca una buona qualità per proiettare o stampare le sue foto di ottenere questi risultati.
Inoltre è stata introdotta quasi universalmente nlle fotocamere la connessione Wi-Fi per consentire la condivisione e l’archiviazione delle foto come si fa nel mondo mobile. Tutte o quasi le nuove fotocamere infatti sono dotate di connettività Wi-Fi, in alcuni casi anche NFC, e consentono la trasmissione delle foto verso smartphone e tablet, ma anche pc. Offrono poi la possibilità di controllo remoto con riproduzione dell’inquadratura sul dispositivo mobile, la possibilità di controllare i parametri di regolazione e di scattare, superando così la necessità di un telecomando e offrendo delle possibilità che uno smartphone da solo non può offrire.
Per soddisfare poi il desiderio di archiviare le proprie foto ed accedervi dovunque ci si trovi e per condividerle molti produttori hanno iniziato anche a fornire dei servizi online di archiviazione, condivisione e stampa delle foto. Canon Irista, Nikon Space e Sony Playmemories sono stati i primi, anche Leica ha annunciato il suo Fotopark e altri arriveranno.
Altra funzione, per ora offerta in pochi casi, è quella della ripresa video 4K a 3840×2160 pixel (in realtà questa risoluzione è definita Ultra Hight Definition, UHD, mentre la 4K è 4096×2160, ma i media hanno preso l’abitudine di chiamarla impropriamente “4K”). Al momento sono disponibili poche fotocamere in grado di riprendere video 4K, le Leica D-Lux e V-Lux, le Panasonic LX100, FZ1000 e GH4, e la Samsung NX-1, mentre la Sony A7S può riprendere video 4K, ma registrarlo solo tramite l’uscita HDMI su un dispositivo esterno. Sicuramente altre ne seguiranno anche perchè i produttori di elettronica puntano molto sulle TV 4K dopo i flop del 3D e delle Smart TV. Il problema però è che ancora non ci sono trasmissioni 4K (in Italia ancora pochi trasmettono in Full HD sic!) e questo sarà un freno alla diffusione di questo standard. Per il momento però è pssibile vedere sulle TV 4K le proprie foto ad una risoluzione migliore di quanto si può fare con le TV Full HD, anche se non è quella nativa e ciò può essere un motivo, per alcuni, per prendere una TV 4K visto anche che i prezzi si stanno abbassando rapidamente. Un altro vantaggio delle riprese 4K è che da esse si possono estrarre foto con una definizione ragionevole di 8 Mpx.
Riferendosi alle singole categorie si vede che le presentazioni di nuove fotocamere compatte sono state quindi all’insegna della qualità: Canon con la G7X, Fujifilm con la X30 e la X100T, Leica con le X e D-Lux, Panasonic con la LX100, Sony con la RX100 III, tutti hanno fatto notevoli progressi in questo settore e presentano fotocamere compatte che consentono di scattare foto tecnicamente di buona qualità e con maggiore controllo. Sicuramente il fenomeno continuerà con la presentazione di nuovi modelli da parte di chi non è entrato in questo nuovo mercato.
Questo non darà una grande svolta ai numeri del mercato in quanto si tratta sicuramente di produzioni numericamente più limitate, ma consentirà ad appassionati di foto, vecchi e nuovi, di disporre finalmente di fotocamere di dimensioni ridotte e quindi che si possono sempre avere con se, che non facciano rimpiangere la qualità delle reflex lasciate a casa. Consentirà anche a nuovi fotografi che provengono da un’esperienza con uno smartphone di sviluppare la loro passione per la fotografia con uno strumento più adatto senza rinunciare alla condivisione delle foto come erano abituati.
Un settore che invece non ha risentito molto della crisi è quello delle bridge. Queste fotocamere infatti hanno delle caratteristiche irraggiungibili per gli smartphone, a cominciare degli zoom ad amplissima escursione, per arrivare alle possibilità di regolazione ed alla presenza del mirino. Anche per queste fotocamere però si nota un’evoluzione. Finita la corsa agli zoom con amplissima escursione, 60x ed anche di più, sono state presentate delle bridge che finalmete affrontano il problema della qualità d’immagine. Per fare ciò è stato necessario usare sensori di dimensioni maggiori di quelle microscopici usati per potere realizzare degli zoom dall’escursione elevatissima. Di conseguenza anche l’escursione degli zoom è stata ridimensionata a valori più ridotti, aumentandone nel contempo la qualità e la luminosità. Le tendenze sono due: ridurre le dimensioni senza penalizzare la qualità usando un sensore un po’ più grande di quello delle precedenti bridge, come ha fatto Olympus (specialista in questo) con la sua Stylus 1, per offrire qualcosa che può anche essere visto come un compromesso tra bridge e compatta, oppure produrre modelli più grandi sfruttando sensori di maggiori dimensioni, tipicamente da 1″ (13,5×8,8 mm). La prima è stata Sony con la RX10, ma a breve è stata seguita da Panasonic con la FZ1000 e Leica con la V-Lux. Queste fotocamere incominciano finalmente ad essere un buon “ponte” (bridge) fra la semplicità delle compatte e le possibilità delle reflex e delle migliori mirrorless e possono essere una buona alternativa per chi vuole una fotocamera con una buona qualità d’immagine, possibilità di regolazione e buona escursione focale dell’obiettivo senza stare a pensare alla scelta di altri obiettivi.
Infine cosa sta succedendo nella parte alta del mercato, mirrorless e reflex?
Le mirrorless sono ancora in sviluppo ed in espansione, anche se le loro vendite, alte in oriente, da noi non sono ancora decollate come forse i produttori si apettavano. Le ultime novità orientate anche all’uso professionale, come corpi macchina realizzati in metallo e protetti da polvere ed acqua, e la continua espansione dei loro corredi di obiettivi però potrebbero cambiare le cose a breve.
Le mirrorless, e mi riferisco alle M43, alle APS ed alle fullframe, hanno rispetto alle reflex il vantaggio delle dimensioni e del peso ridotto. Questo consente, alle M43 e APS, di avere dei corredi molto più piccoli e leggeri, a parità di focali equivalenti, rispetto ad una reflex APS o fullframe. Significativa a questo proposito la vetrina esposta da Olympus in Photokina con una fullframe con 24-70/2,8 e 70-200/2,8 da una parte e OM-D E-M1 con 12-40/2,8 (eq. 24-80) e 40-150/2,8 (eq. 80-300) dall’altra e l’indicazione del peso, 3050 grammi per la fullframe, 1753 per la E-M1. Lo stesso confronto si potrebbe fare con altri modelli e anche con le reflex APS che pur avendo un sensore più piccolo delle fullframe non hanno dimensioni e pesi di molto inferiori anche percè usano in gran parte gli stessi obiettivi.
Le mirrorless però non si sono ancora molto diffuse fra i fotoamatori e fra i professionisti per vari motivi, e anche per consolidate abitudini che spesso respingono le innovazioni.
Uno dei motivi per cui alcuni sono dubbiosi riguarda il mirino. Molti non si abituano facilmente a un dispositivo elettronico o comunque preferiscono rimanere su quello a cui sono abituati. Le ultime realizzazioni, ne ho provati diversi, sono però di altissima qualità, non presentano più fenomeni di ritardo percepibili o scie e perdita di nitidezza quando si sposta velocemente l’inquadratura. Hanno inoltre il notevole vantaggio di visualizzare direttamente l’effetto delle regolazioni, esposizione e bilanciamento del bianco, che con le reflex si deve immaginare o si può controllare solo dopo lo scatto. C’è inoltre il vantaggio che anche quando si vuole usare lo schermo in live view (su treppiede ad esempio) la visuaizzazione non cambia e le prestazioni dell’autofocus restano le stesse, cosa che non avviene con le reflex che in queste condizioni devono sollevare lo specchio e dispongono quindi solo rell’autofocus a rilevamento di contrasto sul sensore (tranne la Canon 70D), molto più lento di quello reflex a rilevamento di fase.
L’altro dubbio riguarda appunto l’autofocus. Le prime mirrorless da questo punto di vista erano inferiori alle reflex ed avevano autofocus più lenti, meno sensibili e non in grado di seguire oggetti in movimento. Negli ultimi due anni però c’è stata una grossa evoluzione. Con l’introduzione della messa a fuoco a rilevamento di fase attuata dal sensore tramite appositi pixel la situazione è drasticamente cambiata e gli ultimi autofocus ibridi hanno una velocità uguale a quella delle migliori reflex ed un’alta sensibilità che consente di mettere a fuoco anche in condizioni di luce scarsa. Le ultime realizzazioni, a partire dalle Nikon 1, sono in grado di mettere a fuoco e seguire un soggetto in movimento come le migliori relfex ed anche meglio. Infatti alcune hanno numerosissimi punti AF che ricoprono l’intera superficie del sensore in grado di tenere agganciata la messa a fuoco anche se il soggetto si sposta sui bordi dell’inquadratura. Sono state realizzate così delle mirrrorless come la Samsung NX-1 in grado di effettuare raffiche perfettamente a fuoco a 15 fg/s superando le migliori reflex, o come la Sony A6000 che nonostante le sue ridotte dimensioni e costo può mettere a fuoco e scattare in raffica a 11 fg/s; poche reflex arrivano a tanto.
Anche la qualità costruttiva dei corpi è molto migliorata e molte mirrorless di alto di gamma sono costruite in metallo e protette da polvere ed acqua.
I corredi di obiettivi sono in ampliamento e alcuni produttori come Fujifilm, Olympus, Panasonic e Samsung stanno presentando obiettivi di tipo professionale sia a focale fissa che zoom come i nuovi 40-150 o 50-150 f/2,8.
Come dimensioni del sensore si arriva anche al fullframe con i tre modelli di Sony A7 che però sono per questo motivo svantaggiati per le imensioni degli obiettivi che necessariamente sono simili a quelli delle reflex fullframe.
La qualità d’immagine infine non ha nulla da invidiare a quella delle migliori reflex e, a parte le Sony A7 che sono fullframe, le migliori realizzazioni di Fujifilm, la X-T1, di Olympus, la OM-D E-M1 e di Samsung, la NX-1, sono vicine alle fullframe per qualità d’immagine anche alle alte sensibilità.
Ultimo vantaggio delle mirrorless sono le minori vibrazioni dovute all’assenza dello specchio che nel suo movimento può produrre microvibrazioni che, scattando con tempi lunghi, possono degradare la qualità d’immagine.
L’unico svantaggio delle migliori mirrorless è in questo momento paradossalmente il prezzo. A parità o quasi di caratteristiche spesso le reflex costano meno.
Quello che ancora le mirrorless non hanno conquistato sono i professionisti, anche se qualcosa si sta muovendo. E’ evidente che chi lavora con le foto vuole andare sul sicuro e quindi è più cauto, ma per i fotoamatori valutare una mirrorless come prossima fotocamera può essere una buona idea.
Le reflex. Per il momento mantengono abbastanza bene le loro posizioni, come fotocamere al top del mercato.
Si devono però notare anche qui alcune evoluzioni e la formazione sostanzialmente di due linee distinte di fotocamere.
Da una parte ci sono le reflex base con sensori APS. Queste sono tutto sommato abbastanza piccole, anche se non raggiungono assolutamente la riduzione dimensionale ottenibile da una mirrorles, e poco costose. Offrono buone prestazioni, una buona qualità d’immagine, una scelta vastissima di obiettivi (almeno teoricamente visti i costi di quelli professionali) e l’idea di avere per le mani una macchina “seria” e professionale. Il loro autofocus è sempre abbastanza veloce, ma purtroppo spesso hanno un mirino piccolo e poco luminoso che fa rimpiangere uno elettronico. Il loro vantaggio principale rispetto alle mirrorless è ormai il loro costo ridotto che le rende competitive persino con bridge e compatte.
Dall’altra parte sono sempre di più le reflex fullframe. I loro prezzi si sono un po’ ridimensionati, anche se non sono scesi moltissimo, ma ci sono sempre più fotoamatori, oltre ai professionisti, che si rivolgono a queste per avere la loro elevata qualità d’immagine, anche alle alte sensibilità, una maggiore risoluzione dovuta al fatto che gli obiettivi lavorano meglio a frequenze spaziali inferiori, il loro mirino ampio e luminoso, il controllo della profondità di campo e la possibilità di scegliere obiettivi anche grandangolari ed usarli per la loro focale. Gli inconvenienti sono peso e dimensioni, oltre al prezzo.
Nel mezzo ci sono le reflex APS di fascia alta. Queste ormai si posizionano difficilemente sul mercato. I loro prezzi infatti sono vicini a quelli delle fullframe meno costose e così le loro dimensioni e pesi, che spesso sono uguali, anche perchè per tele, focali fisse e zoom gli obiettivi sono gli stessi. La loro qualità d’immagine però è inferiore ed anche i loro mirini sono inferiori. Questo ha spinto alcuni produttori ad un loro nuovo posizionamento. Infatti le ultime proposte in questo campo puntano sulla velocità di messa a fuoco e di raffica e si propongono come alternative più economiche delle reflex di alta gamma specializzate per foto sportiva e reportage, sfruttando anche la possibilità del fattore moltiplicativo delle focali 1,5x, utile per i tele. Abbiamo così la Sony A77 II con 79 punti AF (più di qualsiasi altra reflex) ben distribuiti su tutta l’inquadratura, da 12 fg/s e la Canon 7D II con 65 punti AF e 10 fg/s. Mi sembra però che siano ormai fotocamere di nicchia, anche se molto valide.
Se l’evoluzione continuerà come visto le reflex saranno sempre di più nel formato fullframe (che è poi quello loro nativo) con il quale possono esprimere le loro migliori qualità e in cui sentono meno lo svantaggio rispetto alle mirrorles per dimensioni e pesi. Infatti ha poco senso avere un corpo macchina da 500 grammi invece che da 800-900 se poi ci si deve montare su un obiettivo che pesa comunque 1500 grammi. I produttori di mirrorles però stanno insidiando anche questo mercato e l’offerta di fotocamere ed obiettivi di tipo professionale degli ultimi mesi è significativa. Qualche reazione da parte di chi produce reflex si è vista, vedi Nikon D750 più piccola, leggera, con schermo orientabile, autofocus di elavata qualità, ripresa video allo stato dell’arte e Wi-Fi. E’ un buon inizio, ma è da vedere se sarà seguita da altri.
Un articolo molto interessante. In effetti è un momento che non si sa cosa aspettarsi dai produttori di fotocamere. Ho la sensazione che arriveranno prodotti che modificheranno le gerarchie dei produttori e le abitudini dei consumatori.
Caro Francesco,
che ci dici invece delle tendenze nel medio formato?
Si muove o si muoverà qualcosa per renderlo accessibile ai fotoamatori?
Prao,
la vedo difficile.
Il medioformato per il momento resta confinato al mercato dei professionisti che ne possono ammortizzare i costi (pochi). Una delle meno costose delle professionali è infatti la Pentax 645Z che con obiettivo costa circa 7.800 €. Le altre stanno quasi sempre sopra i 10.000. La Leica S ad esempio costa sui 20.000, la Hasselblad meno cara parte (i promozione) da 8.600 € solo corpo, ma alcune arrivano a 30.000 e oltre, le Mamiya partono da circa 6.000 arrivando fino a 30.000.
Sono prezzi da auto media, e l’accessibilità per adesso dipende dallo spessore del portafoglio del fotoamatore.
C’è comunque da chiedersi se ne valga la pena per un uso non professionale e se non si fanno stampe molto grandi.
Ciao, Francesco