Photokina 2014 – Canon

OLYMPUS DIGITAL CAMERAInizio questi articoli sulle novità presentate in Photokina in stretto ordine alfabetico, quindi la prima è Canon.
Il suo stand, come detto è il primo che si incontra entrando ed è stato sempre uno dei più affollati, anche perchè vi erano esposte, oltre alle fotocamere, anche le stampanti e c’era la possibilità di farsi stampare le foto.
Le novità fotografiche, presentate nella giornata iniziale destinata agli operatori ed alla stampa sono la reflex EOS 7D Mk II, la compatta “premium” G7 X, la bridge SX60HS e la compatta N2, oltre ad i nuovi obiettivi EF-S 24/2,8 STM, EF 24-105/3,5-5,6 IS STM e EF 400/4,0 DO IS II.


Tutte queste novità erano esposte ed era possibile provarle localmente, ma nelle fotocamere non era possibile inserire una propria scheda per portare via gli scatti perchè si trattava di prototipi.
Lo stand poneva in evidenza le fotocamere con dei banconi separati per la 7D II e la G7 X.

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EOS 7D II

Esteticamente la 7D II è molto simile al modello precedente dal quale si discosta di pochissimo. Le dimensioni sono le stesse, ma il peso è aumentato di 50 g superando ampiamente quello della fullframe 6D che anche come dimensioni è leggermente più piccola.
Il sensore APS-C (22,4×15 mm) è nuovo con 20 Mpx e del tipo Dual Pixel CMOS AF che consente la messa a fuoco ibrida, a rilevamento di fase e di contrasto, in live view e nelle riprese video. L’elaboratore d’immagine è un doppio Digic 6 per consentire l’elevata velocità di raffica, 10 fg/s, che la fotocamera permette.
Punto di forza della 7D II è il sistema autofocus sofisticato senza il quale l’elevata velocità di raffica avrebbe poco senso. L’autofocus è simile a quello delle 5D III e 1Dx, ma ulteriormente perfezionato. Vanta ben 65 punti AF, tutti a croce con una sensibilità, per il punto centrale, di -3 EV per mettere a fuoco quasi al buio. L’insieme di menu per la personalizzazione dell’autofocus comprende diversi pannelli ed è sofisticato almeno quanto quello della 5D III.
Il mirino ha una copertura del 100 % ed un ingrandimento reale di 0,63x.
La sensibilità Iso varia da 100 a 16000 con la possibilità di estensione fino a 51200. La ripresa video arriva a 60p in formato MOV e MP4 e output digitale non compresso via HDMI.
Il corpo è in magnesio, protetto da polvere ed acqua e l’otturatore è collaudato per 200.000 scatti.
Infine ha il ricevitore GPS integrato, ma non la connessione Wi-Fi.

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Ho maneggiato e provato la 7D II e sono rimasto impressionato dalla sua costruzione, dimensioni e peso. Non c’è differenza in pratica con la 5D III. Il mirino è grande e luminoso per un’APS, anche se inferiore alle fullframe. Ho provato a scattare in raffica e la macchina sembra una mitragliatrice per quanto scatta veloce. Non so per quanto possa durare la raffica, ma Canon dichiara 31 raw e un numero indefinito di Jpeg.

Viene da chiedersi a questo punto il senso di questa fotocamera e a chi possa essere utile visto che il suo prezzo è equivalente o anche superiore a quello della fullframe 6D.
Indubbiamente è stata progettata per la velocità e quindi è adatta per la foto sportiva e per la foto di animali allo stato libero. E’ infatti una delle più veloci reflex e se si vuole di meglio ci si deve rivolgere alla 1Dx che costa circa 3 volte di più. Inoltre con il sensore APS si ha anche il vantaggio che la lunghezza focale dei teleobiettivi viene 2moltiplicata” per 1,6 così da potere usare tele più leggeri e meno costosi oppure più potenti a parità di costo ed ingombro. Tutto ciò si paga con un po’ più di rumore alle altissime sensibilità, ma per le applicazioni in oggetto questo non è determinate.
La strada seguita da Canon è quella anticipata anche da Sony con la A77 II da 10 fg/s ed è l’unica che può giustificare l’acquisto di simili fotocamere con dimensioni, pesi e prezzi al livello delle fullframe che globalmente offrono una migliore qualità d’immagine.

Powershot G7 X

La Powershot G7 X è una compatta “premium” di dimensioni tascabili con un sensore da 1″ (13,2×8,8 mm) CMOS retroilluminato da 20 Mpx e uno zoom 4,2x equivalente ad un 24-100 mm ad alta luminosità f/1,8-2,8. Non è dotata di mirino, ma ha uno schermo orientabile con 1.04 Mpx. Le sue caratteristiche la fanno sembrare un clone delle Sony RX100. Rispetto a queste però non può avere in alcun modo un mirino mentre la Sony RX100 II ne ha uno opzionale e la III addirittura uno integrato. Rispetto alle Sony però ha uno zoom con escursione focale più ampia: la RX100 II ha infatti un 28-100 mm e i 4 mm in meno in grandangolo si sentono, oltretutto molto meno luminoso alla focale 100 mm con un ridotto f/4,9. Rispetto alla RX100 III la luminosità è la stessa, ma la G7 X arriva a 100 mm contro i 75 della Sony.

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La fotocamera è piccola e ben fatta, con comandi semplici e funzionali. La messa a fuoco, a rilevamento di contrasto, sembra discretamente rapida. Non ho potuto scattare delle foto da portare a casa quindi non posso valutare la qualità d’immagine anche se la buona reputazione dei sensori Canon fa pensare che sia abbastanza buona.
La categoria delle compatte di qualità, con sensori più grandi di quelli usati fino a qualche tempo fa, si va affollando di nuove proposte, anche se altri produttori come Fujifilm, Leica e Panasonic si sono orientati verso soluzioni diverse e di dimensioni maggiori, in alcuni casi a causa del sensore più grande. Le uniche ad essere veramente tascabili sono questa G7 X e le Sony RX100.

Powershot SX60HS

La SX60HS sostituisce la SX50HS, una delle bridge meglio riuscite e con la migliore qualità d’immagine fra quelle con zoom ad elevatissima escursione. Il nuovo modello aumenta ancora l’escursione dello zoom che passa da 50 a 65x. Fortunatamente Canon non ha aumentato soltanto la focale tele, ma ha ridotto anche quella grandangolare così che la SX60HS è equipaggiata con uno zoom 21-1365 equivalente (3,8-247 mm reale). Anche la luminosità, pur scarsa f/3,4-6,5, è rimasta quella del modello precedente. Il sensore, sempre da 1/2,3″ (6,17×4,55 mm) ha ora 16 Mpx e l’elaboratore d’immagine è un Digic 6. E’ migliorata la risoluzione del mirino ora con 922.000 pixel e la velocità di raffica a 6,4 fg/s ed è stata aggiunta la connettività Wi-Fi. Le altre caratteristiche sono analoghe alla SX50HS comprese le dimensioni del corpo che variano di pochi mm, mentre il peso aumenta di 50 grammi fino a 650 g.
Ad una prima impressione il mirino appare migliore del precedente, mentre la messa a fuoco non sembra variata. E’ utile la minima focale equivalente di 21 mm che consente vere foto grandangolari.

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Non ho potuto valutare la qualità d’immagine, ma il novo processore Digic 6 insieme al nuovo sensore dovrebbero garantire una qualità all’altezza del precedente modello.
Nello stand era possibile provare i numerosi obiettivi del sistema Canon EF, ma non avendo con me un corpo Canon non ho potuto provarli.
Era possibile anche farsi stampare delle foto con una delle numerose stampanti Pixma a disposizione ed anche effettuare operazioni di ritocco con Photoshop e Lightroom su computer Mac (in tutti gli stand erano usati solo esclusivamente Mac), ma con schermi Eizo.

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EOS 70D

Non è una novità, ma si poteva provare. Propongo alcune foto scattate con la 70D e il 50 mm f/2,5 Macro a tutte le sensibilità, da 200 Iso a 12800, scattate in raw e convertite con Canon Digital Photo professional.
Come si vede il rumore comincia ad essere visibile a 1600 Iso, è ancora contenuto a 3200, ma eccessivo a 6400 ed oltre.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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