Panasonic G1

La Panasonic G1 è la prima rappresentante del nuovo formato Micro 4/3 presentato ai primi dello scorso agosto e di cui ho già parlato. La fotocamera mantiene un aspetto simile alle reflex tradizionali, ma usa un mirino elettronico ed è dotata di obiettivi intercambiabili. recentemente è stato reso noto anche il suo prezzo che è di 799 $ negli Stati Uniti. Presumibilmente da noi costerà lo stesso importo in €.
La G1 è certamente una fotocamera molto innovativa e capostipite di una nuova generazione di macchine. L’idea è quella di realizzare una macchina con visione attraverso l’obiettivo e con obiettivi intercambiabili, eliminando però lo specchio reflex e sostituendolo con un mirino elettronico. Da tempo se ne parlava in rete, ma Panasonic è riuscita a concretizzarla per prima. Per fare ciò ha definito, insieme ad Olympus, un nuovo standard, il Micro 4/3, che prevedendo l’eliminazione dello specchio reflex consente di montare l’obiettivo molto più vicino al sensore e quindi di costruire corpi macchina più sottili. Il formato del sensore rimane quello del 4/3, cioè 18×13,5 mm.
Questa architettura presenta notevoli vantaggi in rapporto alla tradizionale reflex. Prima di tutto è possibile, come già detto, costruire corpi macchina meno ingombranti e più leggeri. L’eliminazione dello specchio e della componente meccanica per il suo movimento poi riduce i costi di costruzione e aumenta l’affidabilità, sia nell’uso sia in caso di urti o cadute. Dovrebbe conferire anche una maggior durata e resistenza all’usura della fotocamera. Inoltre eliminare le parti in movimento vuol dire anche eliminare le vibrazioni generate dallo specchio che deve rapidamente sollevarsi prima di scattare una foto, e ridurre il rumore di scatto, tutti e due fattori molto importanti per lo scatto con tempi lunghi o in ambienti dove è necessario ridurre al minimo il rumore.
Lo svantaggio è che non si ha più un mirino ottico, con visione diretta del soggetto, ma un mirino elettronico che non da la stessa sensazione di immediatezza e di controllo, e con il quale è più difficile la eventuale messa a fuoco manuale. La G1 monta come mirino un pannello LCOS (Liquid Cristal On Silicon) con 1.440.000 punti, equivalenti a 480.000 pixel, che copre il 100 % della scena inquadrata dal sensore on un ingrandimento di 1,4x (equivalente a 0,7 su una reflex fullframe), quindi la visualizzazione dovrebbe essere buona, ma vorrei aspettare di provarlo prima di dare una valutazione. Un altro inconveniente dei mirini elettronici è che diventano piuttosto rumorosi in condizioni di luce scarsa e che introducono un lieve ritardo di scatto.
Si tratta comunque di uno schema costruttivo di notevole interesse, che consente di realizzare facilmente apparecchi di ingombro ridotto, ad obiettivi intercambiabili, con live-view e possibilità video, anche se la G1 purtroppo non la offre, mentre alcune nuove DSRL “tradizionali” ormai lo fanno. Panasonic ha però mostrato in Photokina un prototipo di G1 HD che consente di riprendere video in HD e che sarà presto in produzione.
Tornando alla G1 le sue caratteristiche sono di tutto rispetto, con un sensore LMOS da 10 Mpx, una sensibilità che arriva fino a 3200 Iso, una velocità di 3 fg/sec, ovviamente il formato RAW, un display orientabile, molto comodo per le riprese da angolazioni strane e un corredo di obiettivi inizialmente modesto, anche se ci sono quelli più utili, ma che promette di ampliarsi rapidamente. Inoltre sarà possibile montarvi tutti gli obiettivi “4/3” tramite un anello adattatore.
Nonostante questo e i vantaggi insiti nella sua architettura la G1 desta alcune perplessità: innanzitutto il suo prezzo annunciato in 799 $ con l’obiettivo 14-45 in kit, che da noi diventerà quasi sicuramente 799 €, è troppo elevato. Con una cifra sensibilmente inferiore, circa 450-500 €, è possibile acquistare una DSLR entry level con obiettivo in kit 18-55 e stabilizzazione (Canon 1000D, Nikon D60, Olympus E420, Pentax KMD, Sony A200). Con la differenza di prezzo rispetto alla G1 sarebbe possibile comprare un secondo obiettivo. Inoltre anche a livello di ingombro le differenze sono minime, questione di pochi mm sia in altezza che in profondità, mentre solo il peso è leggermente inferiore a causa dell’assenza della meccanica.
Anche la scelta di non aver inserito lo stabilizzatore sul sensore la svantaggia rispetto ad una parte della concorrenza anche se gli obiettivi Panasonic sono stabilizzati.
In conclusione la G1 è un’apparecchio concettualmente interessante che però in pratica presenta ancora alcune controindicazioni. Siamo alla prima versione e sicuramente Panasonic avrà il tempo e modo di perfezionarlo e renderlo più competitivo come ha già mostrato con la versione HD. Per adesso non mi resta che attendere la possibilità di provarlo.
Certo che al prezzo a cui è stata annunciata non avrà vita facile, anche se la novita potrebbe aiutarla: i nuovi fotografi, nati col digitale, la considereranno “moderna” in confronto alle “vecchie” reflex con specchio e mirino ottico.

Display orientabile
Display orientabile
I colori disponibili
I colori disponibili
Panasonic FZ28, G1, L10
Confronto dimensioni: Panasonic FZ28, G1, L10
4/3 e Micro 4/3
Confronto obiettivi: Nikon DX, Olympus 4/3 e Panasonic Micro 4/3

2 commenti su “Panasonic G1”

    1. La differenza è che Olympus ha un 14-42/3,5-5,6 per il formato 4/3 quindi usabile sulle reflex 4/3 Olympus ed eventualmente Panasonic. Ha poi un altro 14-42/2,5-5,6 per il formato Micro 4/3 utilizzabile sulla nuova E-P1.
      Panasonic ha un 14-45/3,5-5,6 in standard Micro 4/3 utilizzabile sulle sue G1 e GH1. Probabilmente è possibile utilizzare gli ubiettivi Micro 4/3 su corpi di marche differenti, quindi usare il 12/42 Olympus sulle Panasonic e viceversa, ma non ho avuto modo di fare questa prova ne ho letto di qualcuno che l’ha fatta.
      Dal punto di vista qualitativo credo comunque che i due zoom siano molto simili e siano in grado di garantire buoni risultati.

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