Cronaca dalla Photokina

Dopo due giorni di “Koelnmesse” sono di ritorno dalla Photokina. Pensavo di pubblicare le foto delle novità in diretta, ma per la mancanza di tempo durante la visita della fiera e per problemi tecnici con la rete in albergo non ho potuto farlo. Pubblico quindi ora questo articolo per illustrare le principali notità viste, di cui scriverò più approfonditamente, con anche foto di prova, nei prossimi giorni. In realtà la Photokina è ancora aperta quindi le novità sono quasi in diretta.
L’edizione di quest’anno era particolarmente interessante per le numerose novità proposte ed è stata caratterizzata da una numerosissima affluenza di pubblico, molto competente ed interessato. Le novità principali hanno riguardato due settori principali, le fotocamere fullframe con la presentazione di ben tre reflex, Canon 6D, Nikon D600 e Sony A99, di una telemetro, Leica M e addirittura di una compatta, Sony RX1. L’altro settore che ha visto notevole sviluppo è stato quello delle mirrorless con Canon EOS-M, Fujifilm X-E1, Olympue PEN E-PL5 ed E-PM2 e Sony NEX-6. Numerose però anche le novità tra le compatte, mentre nel settore delle reflex APS c’erano soltanto le Pentax K5 II e K5 IIs.
Già all’ingresso della fiera si può vedere quanta fosse la folla in attesa dell’apertura dei cancelli.


La galleria principale è stata pavimentata di piastrelle con piccole foto a sottolineare la caratterizzazione della mostra, sulle quali si poteva tranquillamente camminare.


La stessa pavimentazione è stata usata nella piazza principale di Colonia, fra la stazione centrale e la cattedrale.

Appena entrati il primo stand ad apparire alla vista era quello, gigantesco, di Canon.

Sullo sfondo nello stesso padiglione si intravede anche quello Panasonic, che mi sono dimenticato di fotografre (chiedo perdono!), un po’ meno affollato.
La coda davanti al bancone dove era esposta la nuova reflex fullframe 6D era impressionante.

Sono riuscito a fotografare la 6D e a  maneggiarla, ma non era possibile, per questa come per le altre novità Canon, scattare foto con la propria scheda per portarle via. Sono ancora protototipi o modelli di preserie. La 6D mi ha fatto una buona impressione: è più leggera e compatta della 5D III ed anche della 7D pur mantenendo il corpo in lega di magnesio sigillato contro polvere ed acqua. Il sensore CMOS ha 20 Mpx. Peccato non abbia il flash incorporato e non mi convince il sistema autofocus con solo 11 punti AF, meno di quelli della 7D e di poco superiore alla 60D (9). Canon evidentemente ha pensato di non penalizzare troppo le vendite della 5D III che ha un sensore di poco superiore, 22 contro 20 Mpx, una velocità di raffica poco maggiore. Interessanti la connettività Wi-Fi ed il GPS integrati.

Altra grande novità per Canon è la EOS-M, molto piccola e compatta, specialmente con il “pancacke” da 22 mm, un po meno con il 18-55. Anche con questa non era possibile scattare con la propria scheda.

Le altre novità, ugualmente di preserie e che era possibile solo provare solo in loco, erano la G15, evoluzione della precedente G12, con nuovo sensore CMOS da 12 Mpx e zoom sempre 5x 28-140 mm equivalente, ma con luminosità f/1,8-2,8 (ottimo),

la incredibile ed assurda SX50HS con uno zoom 50x, equivalente ad un 24-1200 f/3,4-6,5 sempre su piccolo sensore da 1/2,3″. Forse era meglio aumentare la luminosità dello zoom o la grandezza del sensore, ma evidentemente il marketing Canon pensa che sia meglio far concorrenza ai fabbricanti di telescopi.

Infine la S110, riedizione della S100, con in più la connettività Wi-Fi.

Nello stand Panasonic la regina era la nuova mirrorless GH3. E’ un progresso notevole rispetto alla già ottima GH2 e si propone come la macchina ideale per foto e video. La costruzione è estremamente accurata con un corpo in lega di magnesio, sigillato contro polvere ed acqua, come gli obiettivi professionali G X 12-35/2,8 e 35-100/2,8. Il nuovo sensore da 16 Mpx insieme al filtro antialias meno restrittivo ed al nuovo Venus Engine quad core migliorano la qualità d’immagine. Per il video Full HD offre la possibilità di salvare in MOV (H.264) con time code, in MP4 (H.264) e in AVCHD Progressive o no con time code, a 50, 25 e 24 fg/s. Si possono regolare esposizione, con ivari programmi o manualmente, la messa a fuoco è automatica o manuale. Ci sono un ingresso per microfono stereo, un’uscita per cuffia e una mini HDMI per il controllo del video su un monitor esterno. C’è anche un sistema di raffreddamento del sensore per riprese di lunga durata.  Disone anche della connettività Wi-Fi. La macchina ha un aspetto veramente professionale, anche se è cresciuta come dimensioni del corpo ed ormai è simile ad una reflex APS, ance se un po più leggera, specialmente per gli obiettivi.

Le altre novità sono la FZ200 con lo zoom 25x 24-600 equivalente a luminosità costante f/2,8

e la LX-7 con l’eccellente obiettivo Leica Summilux 24-90 equivalente f/1,4-2,3.

Passando al padiglione successivo si trovano gli stand di Nikon e Olympus.

In quello Nikon, ugualmente affollato, la novità principale, dietro un bancone con una numerosissima coda, era la reflex fullframe D600.

A differenza di altri marchi tutte le novità Nikon erano di produzione ed era possibile scattare foto da portare via con le proprie schede. La D600 è esteticamente uguale alla D7000, esposta a suo fianco e quasi del tutto trascurata (sic!), solo appena più larga. L’unica differenza è il pentaprisma, un po’ più rilevato, il blocco della ghiera delle modalità (ottimo, a me sulla D7000 spesso inavvertitamente si sposta) e la disposizione di qualche comando. Lo schermo è leggermente più grande, come la D800, con la stessa risoluzione. Il corpo è ben costruito in buona parte in lega di magnesio e propone la stessa sigillatura contro polvere ed acqua della D7000. Il sensore CMOS ha 24 Mpx, ben lontano dalla D800, ma comunque pari o superiore a tutte le altre fullframe sul mercato. Ho potuto scattare numerose foto, verificando che l’uso e i comandi non sono diversi dalla D7000 e il funzionamento dell’autofocus a 39 punti AF, 12 di meno della D800, ma ugualmente efficace. Ho scattato alcune delle foto anche con la D7000 e quanto prima ne pubblicherò un confronto.

Le altre novità erano la P7700 e la S01. La P7700 è l’evoluzione della precedente P7100 con un nuovo sensore CMOS da 12 Mpx, un obiettivo sempre 7,1x 28-200 equivalente, ma con luminosità f/2,0-4,0 e uno schermo completamente orientabile. Perde il mirino, in realtà poco utile visto il tipo galileiano, ma in qualche occasione poteva servire.

La S01 è invece veramente impressionante per le piccole dimensioni 77x52x17 mm e il peso 96 grammi. E’ veramente tascabile!. Ha un CCD da 10 Mpx ed uno zoom 3x 29-87 mm, ma in queste dimensioni non si può pretendere di più.

Per la Serie 1 era presente la J2 con il nuovo zoom 11-27,5 (30-75 equivalente. Interessante anche il nuovo “pancacke” 18,5 mm f/1,8 equivalente ad un 50 mm.

Infine nello stand accanto a D3100, D3200 e D5100 era esposta ancora la D90, che evidentemente è ancora in produzione nonstante molte fonti, anche autorevoli, la dessero per finita.

Accanto a Nikon c’era lo satnd di Olympus.

Anche qui novità interessanti con l’evoluzione della serie di mirrorless PEN, con due nuovi modelli, la PEN Lite E-PL5 e la PEN Mini E-PM2. Entrambi i modelli hanno un sensore Micro 4/3 CMOS da 16 Mpx, un elaboratore d’immagine TruePic VI in precedenza usato solo sulla OM-D E-PM5. Entrambe hanno uno schermo da 3? e 460.000 pixel del tipo sensibile al tocco, con la possibilità di mettere a fuoco e scattare toccando lo shermo. Tutte e due possono scattare a raffica fino a 8 fg/s. La E-PL5 offre in più una ghiera per l’impostazione dei modi di funzionamento, lo schermo orientabile e un’impugnatura frontale simile alla E-P3.

Grande affollamento anche davanti al banco della OM-D E-M5 che, pur non essendo più una novità, suscita ancora grande interesse.

Infine era possibile vedere, ma non scattare foto da portare via, la nuova compatta “premium” XZ-2. con sensore da 1/1,7″ CMOS retroilluminato e 12 Mpx, con schermo touchscreen. La XZ-2 ha lo stesso zoom 28-112 equivalente f/1,8-2,5 della XZ-1, ed acquiste nuove funzioni e caratteristiche tra cui un’impugnatura avvitabile, lo schermo orientabile e sensibile al tocco, e due ghiere di controllo attorno all’obiettivo. Una controlla il diaframma o la compensazione dell’esposizione, l’altra lo zoom o la messa a fuoco manuale.


Andando avanti il padiglione successivo era dominato dal grande stand della Fujifilm.

Qui c’erano due novità veramente interessanti. La prima è la mirrorless X-E1. E’ un’evoluzione della X Pro-1 che rinuncia al mirino ibrido, ottico ed elettronico, ma ha una maggiore compattezza ed un prezzo ridotto. Il sensore di formato APS X-Trans CMOS da 16 Mpx, privo di filtro antialias, e l’elabortore d’immagine sono però gli stessi e quindi la qualità d’immagine non cambia. Il mirino elettronico OLED da 2,36 Mpx è eccellente. Il corpo, in lega di magnesio, ha una linea pulita e compatta anche se non è piccolissimo. Oltre agli obiettivi già in produzione sono stati presentati due nuovi obiettivi, un grandangolo 14 mm F/2,8 equivalente ad un 21 mm, ed uno zoom 18-55 f/2,8-4,0, equivalente ad un 27-83 mm, stablilizzato e abbastanza compatto nonostante la luminosità più alta della media di questi obiettivi. Su tutti gli obiettivi è possibile regolare manualmete la messa a fuoco ed il diaframma, mentre sul corpo è disponibile la ghiera dei tempi (veramente ottimo!).

Altra novità non meno interessante è la XF1. E’ una compatta con sensore da 2/2″ CMOS EXR da 12 Mpx, come la X-10 e la X-S1, senza mirino. Il corpo è però molto piatto e sottile. L’obiettivo zoom 4x 25-100 mm equivalente, con luminosità f/1,8/4,9 ha lo zoom a comando manuale ed in posizione di trasporto rientra completamente nel corpo rendendo la fotocamera facilmente trasportabile in una tasca o borsetta. Veramente notevole. La costruzione in lega metallica e la finitura in finta pelle in tre colori, nero, rosso e marrone, le donano anche una notevole eleganza che si aggiunge alla validità tecnica.


Accanto allo stand Fujifim c’era quello Pentax-Ricoh, anche questo con molte interessanti novità.

Qui le novità, piuttosto interessanti erano le due nuove reflex APS K5 II e K5 IIs. Sono un’evoluzione della precedente K5. La amggiore differenza con la K5 è il nuovo sistema autofocus SAFOX X progettato per funzionare in poca luce fino a -3 EV. Il sistema inoltre offre una maggiore accuratezza quando usato con obiettivi di luminosità uguale o maggiore di f/2,8 ed un sistema di inseguimento dei soggetti in movimento più efficiente. Le K5 II e K5 IIs inoltre hanno uno schermo senza uno strato d’aria fra il pannello LCD e il vetro protettivo esterno per minimizzare i riflessi interni e migliorare la visibilità. La differenza fra le due è che la “s” non ha il filtro anti alias per offrire una maggior risoluzione, a rischio però di vedere in determinate condizioni l’effetto moirè. Naturalmente anche queste erano di preserie e non si potevano portare via le foto. Ho approfittato comunque per fare qualche scatto con la K-30.

Altra novità era la mirrorless Q10. Rispetto alla precedente Q è stato aggiunto un adattatore che permette l’uso degli obiettivi con innesto Pentax K. La Q10 ha un corpo ridisegnato ed un sensore aggiornato di formato 1/2,3? CMOS retroilluminato da 12,4 Mpx. I miglioramenti comprendono una maggiore velocità operativa e di autofocus. E’ stato presentato inoltre un nuovo obiettivo zoom 15-45 f/2,8 equivalente ad un 83-249 mm ad alta luminosità, il Pentax 06 Telephoto Zoom. L’adattatore per montare gli obiettivi K consente la messa a fuoco manuale e la regolazione manuale del diaframma. Inoltre incorpora un otturatore meccanico per prevenire
deformazioni da “rolling shutter” alle immagini, un problema che si presentafotografando soggetti in movimento rapido e/o usando lunghe focali. Anche qui niente scatti da portar via.

Ultima novità Pentax la X-5 basata su un sensore da 1/2,3″ CMOS retroilluminato da 16 Mpx e su un obiettivo zoom 26x 22-580 mm equivalente. La fotocamera dispone di uno schermo da 3″ orientabile e di un mirino elettronico. Può riprendere video Full HD 1080p ed è alimentata da batterie a stilo del tipo AA ricaricabili. Come sopra niente scatti anche con la X-5.

L’ultimo padiglione in questo settore della fiera era interamente dedicato a Leica, l’unica casa tedesca che ancora produce fotocamere. Oltre alle macchine nello stand si poteva ammirare una grande mostra fotografica con bellissime foto, naturalmente fatte con fotocamere Leica.

Le novità presentate dalla casa di Solms erano tante ed in qualche caso rivoluzionarie.

La più importante e quella che attirava il maggior numero di persone era la Leica M. E’ una nuova fotocamera fullframe a telemetro, ma non solo, veramente rivoluzionaria per Leica. Il nuovo sensore CMOS da 24 Mpx ha un nuovo sistema di microlenti che concentra maggiormente la luce sui pixel invece di disperderla e rifletterla sui bordi. Inoltre per la prima volta è dotata della funzione live view e della possibilità di ripresa video full HD. MA NON é FINITa: è disponibile anche un mirino elettronico, da innestare nella slitta per flash, con una risoluzione di 1,4 Mpx, che consente di montare grandangoli ed obiettivi zoom senza mirini ottici supplementari. Per la messa a fuoco si può usare la eccellente funzione di ingrandimento sul mirino e sullo schermo. Inoltre è disponibile un adattatore per gli obiettivi Leica R che comprendono numerosi teleobiettivi e zoom. Insomma una rivoluzione per le Leica a telemetro che con la M diventano delle macchine adatte a tutti gli usi. In tempi di crisi mi è stato detto è necessario rinnovarsi. Naturalmente il corpo è robustissimo, protetto da polvere ed acqua. Purtroppo non si potevano riprendere foto da portare via con la M. Anche la sensibilità massima è stata incrementata a 6400 Iso grazie all’elaboratore d’immagine Maestro. Il prezzo purtroppo rimane Leica, poco meno di 6.000 €.


La M-E è invece una versione essenziale della precedente M9, di cui mantiene il sensore e le funzioni in un corpo con livrea grigio scuro. Completa la linea M la M Monochrom che ottimizza la resa del sensore per la foto in bianco e nero.

Passo poi ad un’altra novità, la X2, presentata anche in un’edizione speciale Paul Smith in arancione nero e verde. E’ l’unica compatta costruita in Germania. Ha corpo in metallo, un sensore APS CMOS da 16 Mpx, obiettivo a focale fissa 24 mm f/2,8 equivalente ad un 36 mm e regolazioni tramite ghiere di tempi e diaframmi. Può montare un mirino elettronico supplementare da 1,4 Mpx oppure un mirino ottico. Il prezzo è da Leica, 1.700 €.

Anche la medio formato S2 è stata rinnovata ed ora si chiama semplicemente S. E’ una reflex di forma tradizionale, di ingombro e peso non maggiori di una fullframe professionale, con il crpo ovviamente protetto da polvere ed acqua. Il sensore CCD però ha un formato di 30×45 mm con 37,5 Mpx. L’otturatore sul piano focale ha tempi da 32 secondi fino a 1/4000, ma cinque degli otto obiettivi disponibili attualmente offrono un otturatore centrale con tempi fino a 1/1000 per la sincronizzazione con i flash da studio. Gli obiettivi vanno dal 24 mm (equivalente ad un 19 mm) fino al 180 mm (150 eq) e comprendono anche uno zoom 30-90 mm (24-72 eq). Inoltre con un opportuno adattatore si possono usare gli obiettivi Hasselblad H con piena funzionalità e controllo di autofocus, diaframma ed otturatore centrale fino a 1/750. Sono disponibili anche adattatori per Hasselblad H, Pentax 67 e Mamiya 645. Il prezzo è di circa 20.000 €, adatto ad una Leica! Anche con questa non è stato possibile scattare foto con la propria scheda.

Ultime infine le due novità economiche di Leica, la D-Lux 6 e V-Lux 4, edizioni riviste da Leica delle Panasonic LX-7 e FZ200, fornite con in dotazione Adobe Lightroom 4.
Attraversando la galleria principale si arrivava infine al padiglione quasi interamente dedicato alla Sony.

Lo stand era dominato da una specie di foresta pluviale, con al centro un palco in cui si esibivano ginnaste e ginnasti al suono di un tamburo.

La fila maggiore era però davanti al banco della SLT-A99, che è stata l’unica con cui ho potuto scattare foto nonostante si trattasse di una preserie visto che nei dati exif il nome del modello è XXX-000. La macchina, a prima vista piuttosto grande, non ha in realtà peso e dimensioni maggiori di una Canon 5D III o Nikon D800, semmai il contrario. Il corpo in lega di magnesio, protetto come gli altri da polvere ed acqua, è ben costruito e fa un’ottima impressione. Il mirino OLEd da 2,36 Mpx fa un’ottima impressione. la macchina infatti ha uno specchio semiriflettente dedicato solo a mandare luce al sistema autofocus a rilevamento di fase. Il sensore fullframe da 24 Mpx ha una circuitazione più comatta per inviare maggiore luce ai pixel ed il filtro antialias è meno restrittivo. Questo insieme al processore Bionz garantisce un’alta qualità d’immagine. Il sistema autofocus doppio si avvale di 19 punti AF più altri 102 direttamente sul sensore per combinare insieme precisione e velocità. La ripresa video Full FD consente l’autofocus continuo, la regolazione manuale ed automatica e l’output tramite uscita HDMI. E’ integrato anche un ricevitore GPS.


Altra novità rivoluzionaria era la compatta RX1, la prima fullframe compatta. Era racchiusa sotto un teca in vetro e non era possibile neanche maneggiarla. Ha un sensore fullframe da 24 Mpx ed un obiettivo Zeiss 35 mm f/2,0.


Era invece disponibile per un’esame, ma non per scattare foto da portare via, l’altra compatta RX100, con sensore da 1″ e 20 Mpx, obiettivo Zeiss 28-100 equivalente f/1,8-4,9 e dimensioni veramente compatte.

C’era poi la nuova mirrorless NEX-6, con sensore APS CMOS da 16 Mpx e un ottimo mirino OLED con 2,36 Mpx. Era presentata insieme ad un nuovo zoom 16-50 compatto che non sembra più una lattina di birra attaccata alla macchina. Il corpo si mantiene abbastanza compatto anche se più grande dei modelli precedenti e dispone di una ghiera esterna per la regolazione dei modi di funzionamento (finalmente!). L’autofocus è ibrido, usando sia il sistema a rilevamento di fase che quello a rilevamento di contrasto per una maggiore precisione e velocità.Integra anche la connettività Wi-Fi. Anche la NEX-5R è da considerare una novità della Photokina, anche se presentata un mese fa. E’ più compatta della NEX-6, ma ha lo stesso sensore, l’autofocus ibrido, ma non il mirino elettronico.

Accanto a Sony c’è anche il grande stand di Samsung.

che era incentrato sulla Galaxy Camera, una compatta (poco) con sistema operativo Android.

Cerco a questo punto anche Hasselblad, dislocata in uno dei padiglioni inferiori.

Hasselblad presentava la H5D, chs sostituisce la precedente H4D integrandosi nel sistema modulare H di Hasselblad. Ha sesnori da 33×44 mm e 40 Mpx, 37×50 mm e 50 Mpx e 40×54 mm e 60 Mpx. Dispone di autofocus e di obiettivi da 24 a 300 mm con otturatore centrale, compresi due zoo. Anche questa era una preserie e non era possibile scattare foto sulla propia scheda. Il ridicolo però è stato raggiunto da un addetto Hasselblad che mi ha negato questa possibilità sulla H4D con la quale avevo scattato foto alla precedente Photokina!

Infine vado in cerca dei produttori di obiettivi che in un primo momento ho trascurato.
Sigma che è anche un produttore di fotocamere con sensore Foveon, l’unico con tre strati sensibili ciascuno ad un colore, ha uno stand piuttosto grande accanto a Fujifilm.
Fra le fotocamere le più interessanti sono la reflex S1 Merril e le compatte DP1 e DP2 Merril.


La  S1 Merrill è una reflex abbastanza massiccia e molto ben costruita con un sensore Foveon da 15 Mpx. In realtà i pixel sono 15 Mpx X 3 perchè il sensore ha tre strati sensibili rispettivamente al blu, verde e rosso. Non c’è filtro antialias e questo, insieme al fatto che non è necessaria l’interpolazione fra i pixel per ricostruire i colori, le conferisce una risoluzione pari almeno ad un sensore da 24 mpx. L’innesto obiettivi è Sigma, il corpo in lega di magnesio è protetto da polvere ed acqua, l’autofocus ha 11 punti AF.
La DP2 Merril è invece una compatta APS con obiettivo fisso 30 mm F72,8 equivalente ad un 45 mm. Ha anche questa un sensore Foveon da 15 Mpx X tre con gli stessi vantaggi della SD1.

Le novità fra gli obiettivi sono un 17-70mm f/2.8-4 DC OS Macro stabilizzato per reflex APS, un 35mm f/1.4 DG HSM per reflex fullframe con motore ad ultrasuoni e un 120-300mm f/2.8 DG OS HSM sempre per fullframe stabilizzato e con motore ad ultrasuoni.

Tamron, che ha uno stand con abbinato un set di posa (ma dove non si può andare se si prova un loro obiettivo) presenta come novità tre obiettivi per fullframe: un 90 mm f/2,8 Macro VC USD, stabilizzato e con motore ad ultrasuoni, un 24-70 mm f/2,8 VC USD stabilizzato e con motore ad ultrasuoni e un 70-200 mm f72,8 VC USD anche questo stabilizzato e con motore ad ultrasuoni.

Infine Zeiss che presentava un nuovo 50 mm F/1,4 per Canon, Nikon e Sony. Nel suo stand era disponibile un set fotografico di nature morte con a disposizione gli obiettivi del produttore montati su corpi Canon e Nikon fullframe appositamente predisposti con schermi di messa a fuoco per la focheggiatura manuale per poter effettuare, su proprie schede, degli scatti di prova.

C’era anche uno stand Kodak, ma non mi ci sono soffermato. Ormai Kodak ha perso il treno della fotografia digitale.

Ovviamente c’erano tante altre novità, compatte, accessori, ma è difficile avere il tempo per vedere tutto nonostante due giorni intensi di visita.

0 commenti su “Cronaca dalla Photokina”

  1. Ciao Francesco, grazie di tutte le informazione delle ultime novità. Pensi che ultime reflex full frame uscite di Nikon e Canon: Canon 6D, Nikon D600, possono essere l inizio di un mercato che va a sostituire in un prossimo futuro le reflex aps-c che iniziano a pertire al prezzo di 1000-1500 euro?

    1. Alfredo,
      è difficile valutare come si evolverà il mercato.
      Certamente si può dire che lo spazio per le reflex APS si è ristretto a causa della crescente concorrenza delle mirrorless che offrono una qualità vicina o simile con ingombri e pesi inferiori. Ci sono ancora delle differenze per la velocità e sensibilità in poca luce dei sistemi autofocus, ma queste si vanno riducendo con i nuovi sistemi ibridi. C’è poi la differenza fra mirino con visione elettronica o ottica che rimane in vantaggio, ma questa è evidente soprattutto nelle fullframe che hanno un mirino più grande. Gli ultimi mirini elettronici poi hanno raggiunto un livello eccellente, rimane solo da risolvere il “congelamento” dell’immagine, che ogni tanto avviene e la visualizzazione ad alta velocità in raffica.
      Come vedi però sono problemi minori che non interessano la maggior parte del pubblico. che invece apprezza le dimensioni ridotte.
      Anche il mercato professionale poi con la presentazione di queste nuove fullframe dovrebbe orientarsi su queste piuttosto che su delle APS, a meno di situazioni particolari di foto sportiva o naturalistica in cui potrebbe servire una reflex con elevata velocità di raffica e di formato APS per sfruttare il fattore moltiplicativo con i teleobiettivi. Ma anche qui si tratta di nicchie, infatti Canon ha solo aggiornato il firmware della 7D senza, per ora rinnovarla, e Nikon da 3 anni non aggiorna la D300s.
      Fra le reflex APS sui 100 €, Canon 60D, Nikon D7000, ecc e le nuove fullframe c’è un certo spazio, ma bisognerà vedere se i produttori vorranno colmarlo con nuovi modelli APS o magari sostituire gli attuali con versioni aggiornate e leggermente più care e poi far scendere un po’ il prezzo delle fullframe.
      Certamente fra un’APS da 1500 € e una fullframe da 1900-2000 io preferirei quest’ultima.
      Ciao, Francesco

    1. Jacopo,
      la D600 è un’ottima macchina. Se va bene per i pro si dovrebbe chiedere a loro. Secondo me per molti usi si.
      Ciao, Francesco

        1. Jacopo,
          per tutto tranne forse la fotografia sportiva e di cronaca, per la quale è certamente meglio la D4, ma con ben altri costi. Anche per la foto di studio è più adatta la D800 o la D800E.
          Ciao, Francesco

          1. Jacopo,
            il manico, cioè il fotografo conta sempre molto più della macchina, qualsiasi fotocamera usi.
            Poi per certi tipi di foto specializzate (sportiva, cronaca, animali in libertà, architettura, studio) occorrono strumenti specializzati, ma per il resto si può fare una bellissima foto anche con uno smartphone, se si è un vero fotografo.
            Ciao, Francesco

  2. Ciao Francesco,
    riguardo al “telescopio” della Canon sto ancora ridendo adesso.

    Ti volevo chiedere visto che l’hai osservata dal vivo, se il corpo macchina della Panasonic LX7 e la lente Leica sono in alluminio o policarbonato?

    Grazie dell’aggiornamento.
    Ciao
    Daniele

    1. Daniele,
      il corpo della LX-7 è in lega metallica, penso magnesio. Le lenti dell’obiettivo sono in vetro.
      Ciao, Francesco

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