Leica Q: impressioni

OLYMPUS DIGITAL CAMERACome promesso pubblico le impressioni della Leica Q. E’ una fotocamera che potrà interessare solo pochi e per la maggioranza resterà eventualmente solo un sogno, ma queste impressioni e prove sono un po’ come quelle di Ferrari, Lamborghini o Bugatti che ogni tanto pubblicano le riviste di auto. Vale comunque la pena di leggerle per vedere come vanno queste fuoriserie.
La Leica Q è una compatta fullframe con sensore CMOS da 24,2 Mpx, mirino elettronico e obiettivo Summilux 28 mm f/1,7 con stabilizzazione ottica.  Lo schermo con 1.040.000 pixel è sensibile al tocco e consente la messa a fuoco selezionando il soggetto. Può riprendere video Full HD  con audio stereo. E’ dotata infine di connessione Wi-Fi e NFC.
L’estetica della Q è molto simile a quella delle fotocamere a telemetro della serie M. Il corpo è in magnesio ed alluminio, abbastanza compatto e leggero per una fullframe.
La scelta della focale di 28 mm la rende adatta per le foto di strada, paesaggio ed architettura.

Le sue caratteristiche principali sono:

– sensore CMOS di formato fullframe (36×24 mm) con 24 Mpx
– obiettivo fisso Leica  Summilux 28 mm f/1,7 ASPH
– elaboratore d’immagine Maestro II
– stabilizzazione ottica d’immagine
– schermo da 3″ e 1.040.000 pixel sensibile al tocco
– corpo compatto in lega di alluminio e magnesio
– possibilità di funzionamento automatico, a priorità e manuale
– gamma Iso da 100 a 50000
– otturatore meccanico ed elettronico con tempi da 30 secondi ad 1/16000
– messa a fuoco a rilevamento di contrasto con 49 punti AF selezionabili automaticamente o manualmente
– funzione di ingrandimento e di evidenziazione dei contorni (Focus Peaking) per facilitare la messa a fuoco manuale
– velocità di raffica di 10 fg/s
– ripresa videoFull HD a 1920×1080 pixel a 60/50/30/25 fg/s in formato MP4 e audio stereo
– usa schede SD/SDHC/SDXC
– batteria agli ioni di litio
– connessione Wi-Fi e NFC
– dimensioni 130x80x93 mm
– peso 640 grammi

Costa 4.195 €.

In occasione dell’inaugurazione del Leica Store di Roma ho potuto provare brevemente una Leica Q con cui ho anche effettuato il reportage della manifestazione.
La fotocamera ad un primo sguardo si riconosce immediatamente come Leica. La sua estetica assomiglia molto a quella delle famose “M”, con la parte superiore ed inferiore piatte e i fianchi arrotondati. Guardandola frontalmente l’unica differenza con la M è che mancano le finestrelle del mirino e del telemetro. Guardandola dall’alto la somiglianza è ancora più marcata e anche l’obiettivo non sembra fisso, ma uno degli obiettivi intercambiabili del sistema Leica. Le dimensioni non sono molto diverse dalla M come si vede nelle foto. Impressionante in particolare la vista posteriore dove quasi non si distinguono.

Leica_Q-M_front

Leica_Q-M_top_lens-28

Leica_Q-M_back
Cofrontando la Leica Q con una Micro 4/3 come l’Olympus PEN-F con il 17 mm f/1,8 che ho usato per fotografarla si vede che le dimensioni sono simili, nonostante la Leica Q sia una fullframe.

Leica_Q-PEN-F_front

Leica_Q-PEN-F_top_lens

Insomma Leica ha fatto un buon lavoro per contenere le dimensioni ed il peso di questa super compatta di lusso.

Passando all’operatività si può constatare come sia facilissimo impadronirsi delle sue modalità operative e regolarla immediatamente secondo le proprie esigenze. Infatti i comandi sono pochi, per lo più diretti,  chiari e facilemente raggiungibili.

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

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Sulla calotta a destra c’è il pulsante di scatto con coassiale l’interruttore di accensione a due posizioni: S per lo scatto singolo, C per quello continuo. Verso il centro c’è la grossa ghiera dei tempi  che comprende la posizione A (auto) nella quale il tempo di scatto è determinato automaticamente dalla fotocamera. Attorno all’obiettivo, frontalmente, si vede la ghiera dei diaframmi. Anche questa ha una posizione A (auto) per l’impostazione automatica dei diaframmi. Quando entrambe le ghiere sono su A si ha l’esposizione Program che può anche essere completata con l’impostazione automatica della sensibilità Iso per un automatismo totale. Spostando la ghiera dei tempi su un qualsiasi valore si ha la priorità dei tempi, spostando quella dei diaframmi la relativa priorità e spostandole entrambe l’impostazione manuale, che può essere però anche automatica usando il tempo e il diaframma scelto dal fotografo se si usano gli Iso auto. Non è un sistema originale, Fujifilm lo ha già usato nelle sue mirrorless, ma è semplice e rapido. All’estrema destra della calotta c’è una ghiera di regolazione che serve per la compensazione dell’esposizione e per la navigazione nei menu.
Anche per l’autofocus le cose sono molto semplici. L’obiettivo è dotato di una ghiera di messa a fuoco che a fondo corsa, dopo infinito, prevede una posizione AF. Se impostata così la fotocamera funziona con l’autofocus, se si vuole mettere a fuoco manualmente basta spostare la ghiera e si può focheggiare con lo schermo o meglio con il mirino. Semplice e geniale, è una novità assoluta. La messa a fuoco manuale è assistita dall’ingrandimento della porzione da mettere a fuoco e dall’evidenziazione dei contorni.
L’obiettivo riporta la scala delle distanze e anche le indicazioni della profondità di campo, una rarità oggi.
Parlando di messa a fuoco è spontaneo riportare le impressioni sullo schermo e sul mirino. Lo schermo fisso da 3″ con 1.040 Mpx non ha nulla di particolare se non che è sensibile al tocco.
Il mirino invece è eccellente, il migliore fra quelli provati insieme a quello della Leica SL. Ha 3,68 Mpx con una risoluzione di 1280×960 pixel e un rapporto d’aspetto 4:3. E’ grande e luminoso e consente un’ottima inquadratura. Lo schermo e il mirino, dispongono anche di cornici luminose per un’inquadratura corrispondente ad un 35 mm o a un 50 mm. Non si tratta però di uno zoom digitale, ma di un semplice ritaglio dell’inquadratura, effettuabile in ogni caso successivamente su pc.

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Gli altri comandi sono sul dorso. Sulla sinistra vi sono cinque pulsanti per la revisione delle foto, la loro cancellazione, un pulsante Fn personalizzabile, uno per l’impostazione della sensibilità Iso e infine l’ultimo per il richiamo dei menu. Sulla destra c’è il pad a quattro vie che funziona anche come seconda ghiera di regolazione con al centro il pulsante di conferma.

E’ molto rapido e facile quindi imparare a regolare la Q e in poco tempo mi sono divertito a fare una serie di scatti per documentare l’inaugurazione. L’obiettivo da 28 mm molto luminoso, f/1,7, si presta bene per le riprese in interni, ma è molto adatto per la fotografia di strada, il reportage, il paesaggio urbano e non ed i gruppi.
Naturalmente per valutare bene la qualità d’immagine, che sembra comunque molto elevata, sono necessarie prove più approfondite, ma le foto scattate sono molto buone con ottima nitidezza e buona resa dei colori già in jpeg.
La Leica Q può salvare le foto in jpeg, o in raw in formato DNG, o in entrambi. Avendo salvato le foto in raw più jpeg ho naturalmente convertito quelle in formato grezzo, anche se le jpeg che ho pubblicato sono già molto buone, usando Lightroom ed ottenendo delle foto praticamente identiche alle originali. Per verificcare anche la possibilità di usare altri programmi di conversione ho provato a convertirle con RawTherapee e qui è arrivata la sorpresa: le foto presentavano un’evidente e forte distorsione a barilotto più visibile in quelle con linee verticali o orizzontali. Questa distorsione è indipendente dal diaframma usato ed uguale si a tutta apertura f/1,7 che a f/8,0 o ad aperture più piccole.

Evidentemente si tratta di una caratteristica di progetto che ha consentito di ottenere uno schema ottico più semplice ed un’obiettivo più piccolo e leggero. Col digitale questo è possibile perchè la distorsione è facilmente correggibile in macchina nella conversione in jpeg, oppure dai programmi di conversione raw che la prevedono. Lightroom è il software di conversione fornito da Leica ed infatti è in grado di correggere perfettamente le foto senza che sia necessario nemmeno richiedere ed impostare la correzione. RawTherapee invece non lo prevede di defaut. Le foto possono naturalmente essere corrette, ma la correzione deve essere fatta manualmente e questo è facile sono se nella foto ci sono linee diritte verso i bordi a fare da riferimento, altrimenti è molto difficile.
Insomma una piccola sorpresa che non mi aspettavo, ma di cui credo pochi si siano accorti.

In conclusione comunque la Leica Q mi ha fatto un’ottima impressione e spero di approfondire presto la sua conoscenza con una prova completa.

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