Come migliorare le proprie foto V: inquadratura e semplificazione

Questo articolo è la quinta parte della serie dedicata al miglioramento del proprio modo di fotografare.
Il primo , pubblicato qualche settimana fa è “Come migliorare le proprie foto I parte: cos’è la fotografia”, il secondo è “Come migliorare le proprie foto II parte: luce e fotografia”, il terzo “Come migliorare le proprie foto III parte: composizione“, il quarto “Come migliorare le proprie foto: struttura“.

Composizione ed inquadratura

La composizione, come detto, è l’organizzazione degli elementi all’interno dell’inquadratura per rendere la foto semplice chiara e ben bilanciata. La migliore composizione è il modo migliore di vedere un soggetto. Questa è la cosa più importante per una fotografia, insieme alla luce ed al colore.
La luce però non possimo sceglierla, a meno delle foto fatte in studio o col flash, è quella che è e si deve accettare. Se non va bene si può scegliere di non fotografare. Il colore dipende dal soggetto di interesse che può essere qualsiasi cosa. Se non ha particolare spicco si può anche scegliere di scattare in bianconero; in alcuni casi questa può essere una scelta che da particolare forza e rilievo alla foto, ma non tutte le foto e non tutti i generi fotografic si prestano al bianconero.
Naturalmente queste scelte richiedono più o meno tempo in funzione del tipo di foto che si sta scattando. Per un paesaggio, un monumento o una realtà urbana si ha tutto il tempo dipensarci, ma per certe scene che durano un attimo e si devono cogliere al volo deve essere quasi una reazione istintiva; si fa quello che si può e forse certe cose potranno essere sistemate dopo. D’altra parte nessuno pretenderà una forma esteticamente perfetta per chi in una foto coglie l’attimo fuggente.
In certi casi infatti non è possibile aspettare o tornare indietro in un altro momento. Quando ci sono le condizioni scattate. Con l’esperienza si impara che nulla rimane uguale nemmeno per un minuto. La luce cambia e magari un’auto si mette di fronte al soggetto. Qualcuno si siede davanti o cammina attorno. Il soggetto potrebbe allontanarsi.
Spesso è necessario cogliere l’attimo. Se dovete posizionare un treppiedi, calcolare l’esposizione o la messa a fuoco manuale avrete perso l’attimo. Scattate subito, non è detto che potrete ritornare dopo e trovare le stesse condizioni di luce anche se si tratta di un paesaggio o di un monumento.

Dopo avere curato la composizione si dovrà definirne l’inquadratura, preferibilmente nel mirino, ma se la fotocamera non lo ha, nello schermo.
Inquadrare si fa, spostando la fotocamera in alto e in basso, a destra e a sinistra e ruotandola in orizzontale o verticale o zoomando avanti o indietro. Inquadrare non ha nulla a che fare con la composizione, ma pochi se ne rendono conto. L’inquadratura non può fare molto per cambiare le relazioni fra gli oggetti queste cambiano soltanto spostando il punto di osservazione. In certi casi, specialmente per le foto al volo si può anche perfezionare l’inquadratura di una foto dopo che è stata scattata ritagliandola.

Inquadratura

Definita la struttura e la composizione si può decidere l’inquadratura. Già si dovrebbero essere individuati gli elementi della composizione ed eliminato tutto ciò che non è in relazione con questa.
L’inquadratura ci consente di effettuare un’ulteriore esclusione e di dare un taglio che metta in risalto quanto abbiamo definito. Ci si può spostare o usare lo zoom, non modificando però la struttura e la composizione di base della foto. Anche in questo caso i pittori sanno come ottenere i migliori risultati, spesso con tagli e “inquadrature” contro le regole.

Qualche esempio:
Tamara de Lempika

questa pittrice polacca, che ha operato in Europa a Parigi ed in USA a New York attua spesso nei propri quadri, in particolare nei ritratti, delle inquadrature inusuali, tagliando parte della testa o altre parti del corpo, o inserendole in un angolo con dei risultati molto efficaci.

Semplificazione

Comporre una buona foto vuol dire anche semplificare ed escludere. Ogni elemento irrilevante o di distrazione deve essere eliminato dall’inquadratura perché rende la foto meno interessante e distrae l’osservatore.
La migliore composizione è quella che contiene gli elementi essenziali che ci hanno colpito al momento di decidere di scattare la foto e nulla di più. Si deve quindi osservare ogni elemento nella foto e spostarsi in alto, in basso, lateralmente, avanti e indietro, o eventualmente zoomare per eliminare tutto ciò che non interessa. Più l’inquadratura è stretta sul soggetto ed elimina il superfluo più la foto risulterà visivamente valida.
Si devono quindi eliminare gli elementi estranei che possono essere presenti ai bordi dell’inquadratura. Anche lo sfondo deve essere il più semplice possibile, senza elementi di distrazione. Spesso quando si fotografano monumenti, zone turistiche, fiere e mostre queste sono affollate di persone; in questi casi si deve, dopo avere scelto composizione ed inquadratura, pazientare, aspettare ed essere pronti allo scatto quando l’inquadratura è più o meno libera da elementi estranei. Spesso è difficile e si tende a rinunciare, ma così non si ottiene una bella foto. In altri casi però la folla potrebbe far parte della composizione.
Per rendere meno visibile ed intellegibile lo sfondo in molti casi è necessario aprire il diaframma e scattare alla massima apertura. Questo però è valido solo con fotocamere con sensore di formato medio grande, minimo 4/3, ma meglio fullframe.

Schiarire e scurire

Il più importante lavoro di editing di una foto, oltre all’eventuale ritaglio, da evitare per quanto possibile curando l’inquadratura prima dello scatto, è quello di schiarire o scurire selettivamente alcune aree.
Schiarite le parti dell’immagine che volete rafforzare ed a cui volete dare enfasi, su cui volete per primo attirare l’attenzione. Scurite le parti irrilevanti dell’immagine, che potrebbero distogliere gli occhi da quelle più importanti.
Come poi ottenere gli angoli più scuri per evitare che gli occhi vadano troppo in giro? Principalmente componendo opportunamente l’immagine, oppure scurendo volutamente gli angoli. Una volta si faceva in camera oscura con le cosiddette mascherature. Ora è possibile farlo sul computer con un opportuno programma di fotoritocco. Questo lavoro deve essere però molto delicato perché se diventa evidente la foto è da buttare.

Nei prossimi articoli parlerò di esposizione, messa a fuoco e profondità di campo, attrezzatura e riassumerò le regole da seguire prima di scattare.

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