Canon EOS 7D II: impressioni

L1150037sRecentemente ho avuto modo di effettuare una prima prova, molto breve, della nuova Canon 7D Mark II durante il Canon day tenuto dal noto negozio romano La Placa.
La 7D II mantiene tutte le qualità del precedente modello, ma è stata aggiornata in alcuni aspetti importanti come il sensore, sempre di formato APS-C ma ora da 20 Mpx e con tecnologia Dual-pixel, l’elaboratore d’immagine, un doppio Digic 6, la raffica che arriva a 10 fg/s il sistema autofocus con 65 punti AF e il ricevitore GPS.
La 7D II è una fotocamera particolarmente pensata per la velocità di autofocus e di scatto a raffica e perciò particolarmente indicata per le foto sportive e per la ripresa di soggetti in rapido movimento. E’ infatti uno degli aspetti che ho cercato di verificare nella mia breve prova.

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Esteticamente la 7D II è molto simile al modello precedente dal quale si discosta di pochissimo. Le dimensioni sono le stesse, ma il peso è aumentato di 50 g superando ampiamente quello della fullframe 6D che anche come dimensioni è leggermente più piccola. L’aspetto e le dimensioni sono infatti quelle di una fullframe e non si discostano da quelle della 5D III, pur avendo un sensore più piccolo, con le relative conseguenze, positive in termini di stabilità, ma negative in termini di facilità di trasporto. Il corpo è in lega di magnesio, protetto da polvere ed acqua.
Il sensore APS-C (22,4×15 mm) è nuovo con 20 Mpx e del tipo Dual Pixel CMOS AF che consente la messa a fuoco ibrida, a rilevamento di fase e di contrasto in live view e nelle riprese video. L’elaboratore d’immagine è un doppio Digic 6 per consentire l’elevata velocità di raffica, 10 fg/s, che la fotocamera permette.
Punto di forza della 7D II è il sistema autofocus sofisticato senza il quale l’elevata velocità di raffica avrebbe poco senso. L’autofocus è simile a quello delle 5D III e 1Dx, ma ulteriormente perfezionato. Vanta ben 65 punti AF, tutti a croce con una sensibilità, per il punto centrale, di -3 EV per mettere a fuoco quasi al buio. L’insieme di menu per la personalizzazione dell’autofocus comprende diversi pannelli ed è sofisticato almeno quanto quello della 5D III.
L’otturatore arriva a 1/8000 di secondo ed è collaudato per 200.000 scatti. Lo schermo è fisso. Il mirino abbastanza grande (ingrandimento reale 0,67x) anche se non come quello delle fullframe, con una copertura del 100 % è luminoso e riporta tutte le informazioni di scatto.
La sensibilità, impostabile in automatico o in manuale, va da 100 a 16000 Iso, ma può essere estesa fino a 51200. La ripresa video, molto completa come in tutte le Canon professionali, è Full HD 1920×1080 pixel a 60/50, 30/25 e 24 fg/s in formato MOV o MP4 con compressione H264 e consente tutte le modalità di funzionamento e regolazioni.
C’è un ricevitore GPS, ma non la connessione Wi-Fi che può essere ottenuta, per chi è interessato, con un accessorio esterno.

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La prima impressione impugnandola è quella di una fotocamera massiccia, robusta e di tipo professionale, ma viene da chiedersi perchè una reflex APS debba essere grande e pesante quanto una fullframe. Il motivo è che la 7D II è una fotocamera pensata per l’uso professionale, sopratutto per i fotografi sportivi che vogliono una fotocamera con un autofocus veloce e un’elevata velocità di raffica, ma che non vogliono investire in un modello come la EOS 1DX che costa tre volte tanto. Oltretutto con un sensore APS si ha anche il vantaggio del ritaglio che ha un effetto di moltiplicazione 1,5x sulla focale degli obiettivi e consente, a parità di campo inquadrato, di usare teleobiettivi di focale inferiore, mano pesanti e costosi, o di restingere ulteriormente il campo inquadrato a parità di focale.
Lo schema dei comandi della 7D II segue quello delle professionali Canon con sulla destra della calotta il pannello LCD illuminabile che riporta tutte le impostazioni della fotocamera e davanti tre pulsanti a doppio uso, se coadiuvati dalla ghiera anteriore o quella posteriore, per le principali impostazioni, Iso, WB, modalità di scatto ed altro. Sulla sinistra del pentaprisma c’è come di consueto la manopola per impostare le modalità di funzionamento con tre impostazioni personalizzate, ma senza scene o effetti come si conviene ad una professionale.

Raffica

Quello che mi interessava verificare nella prova, oltre che come di consueto il comportamento alle varie sensibilità, erano le prestazioni dell’autofocus e della raffica.
Per fare questo ho ripreso nella strada davanti al negozio i veicoli che passavano che penso si muovessero, quando il semaforo più avanti era verde, ad una velocità di 50 kmh se non di più. Ho scattato in pochi minuti centinaia di foto sia in solo jpeg Normal, sia in raw più jpeg Normal. Le impostazioni usate sono state priorità dei tempi, con tempo di 1/1000, Iso Auto, autofocus continuo AI Servo con selezione automatica dei punti. La scheda usata era una SD di classe 10.
In queste condizioni la 7D II è riuscita a scattare 9-10 foto al secondo con raffiche di decine di scatti jpeg, presumibilmente fino a riempimento della scheda. In raw ha raggiunto 8 fg/s per un massimo di 31 foto. Presumibilmente con una scheda Compact Flash avrebbe potuto raggiungere i 10 fg/s nominali in entrambi i casi.

Le foto sono tutte perfettamente a fuoco sul soggetto scelto al prmo scatto che viene seguito anche se si sposta lateralmente perchè i 65 punti AF coprono la maggior parte della zona inquadrata. Con le fullframe invece i punti sono più concentrati verso il centro dell’inquadratura e se il soggetto si sposta lateralmente non può più essere seguito.

E’ una prestazione notevole che consente di affrontare in sicurezza riprese sportive o di animali in libertà con la certezza di ottenere foto nitide e a fuoco. Sono poche le macchine che possono vantare simili prestazioni. Fino ad oggi erano solo le reflex professionali del calibro della 1Dx, che arriva a 14 fg/s, o della Nikon D4s. Oggi le stesse prestazioni o quasi possono essere ottenute con la 7D II che costa un terzo.
Attualmente però alla 7D II si aggiungono altre concorrenti. Prima fra tutte la Sony SLT A77 II reflex con specchio semitrasparente, 79 punti AF che coprono pressochè tutta l’inquadratura e 12 fg/s, poi la Sony A6000 piccola mirrorless con 179 punti AF a rilevamento di fase e 11 fg/s che riesce a mettere a fuoco su soggetti in movimento come la 7D II e infine la Samsung NX1 mirrorless con ben 209 punti AF a rilevamento di fase e 15 fg/s (che sono in attesa di provare). Ci sarebbero anche le Nikon 1, in particolare la V3, capaci di raffiche ancora più veloci e di messa a fuoco a rilevamento di fase molto veloce, ma sono penalizzate dal piccolo formato del sensore.
La 7D II ha comunque il vantaggio del mirino reflex ottico che garantisce una visione migliore durante le raffiche veloci e dell’enorme corredo di obiettivi disponibile di Canon e di altri produttori che le altre non possono uguagliare.

La 7D però non è solo una fotocamera per foto sportive, ma fornisce ottime prestazioni in tutte le altre le situazioni.

Rumore

Nella prova per valutare la qualità delle foto alle alte sensibilità e il rapporto segnale/rumore ha ugualmente fornito buone prestazioni per una APS. Il rumore si comincia a vedere a 1600 Iso, ma anche a 3200 pur essendo ben visibile può essere tollerabile e non fa perdere troppa nitidezza alle foto. Oltre questa sensibilità però per usare le foto è necessaria un’opportuna riduzione di rumore, come nelle foto pubblicate. Oltre i 12800 però il recupero è difficile e quelle a 51200 Iso sono praticamente inusabili.

In conclusione se si cerca una fotocamera per riprese di soggetti in movimento, foto sportive, animali in libertà, bambini che corrono, street, la 7D II è un’ottima scelta, ma se si fanno paesaggi, ritratti, architettura, macro e riprese in studio una 6D con sensore fullframe allo stesso prezzo (o anche meno) è preferibile.

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