La tecnica di illuminazione – 2

Luce-fondamentaleCon questo articolo completo la panoramica sulle tecniche di base d’illuminazione.
Quanto fino ad ora contemplato rappre­senta l’insieme degli elementi minimi dell’illuminazione; equivalgono alle let­tere dell’alfabeto. Il loro uso differente­mente combinato porta ad ottenere diverse tecniche base, usate corrente­mente come schemi fissi. E’ evidente come sia possibile combina­re le luci in infinite possibilità di utiliz­zo; tuttavia, un briciolo di codificazione delle tecniche ha consentito di razionalizzare il lavoro, “preconfezionando” del­le tecniche il cui uso

LE TECNICHE BASE

porta a specifici risultati.

Per fornire indicazioni precise in merito alla disposizione delle luci sul set, ab­biamo scelto una formula di rappresen­tazione (vedi figura) più completa e precisa dei tradizionale schemino in pianta.

Supponiamo il set diviso in dodici grandi “mattonelle” a terra; su di un quadrato si suppone posto il soggetto (quadro “Sogg”); su quello a lui antistante, si suppone sistemata la macchina fotogra­fica (quadro “Macch.”). Tutti i restanti quadri circostanti sono definiti con una lettera, partendo dal fondo a destra: i quadri A,B,C dietro al soggetto; D ed E, ai lati dei soggetto; F e G ai iati della macchina; infine, H, I ed L alle spalle della macchina .

Lo spazio dei set è poi immaginato sud­diviso in tre livelli di altezza: il livello 1, al di sotto della macchina fotografica; il livello II all’altezza della macchina; il livello III al di sopra di questa

In tal modo, tutti gli spazi entro i quali è possibile collocare luci, schiarite ed al­tri accessori sono definiti da una cop­pia di lettera (corrispondente ad un quadrato alla base) e numero di livello (altezza relativamente alla posizione del la fotocamera).

Qualche esempio per meglio spiegarsi, a patto di osservare, anche il relativo disegno:

“Luce principale in G-III” significa che la lampada principale va posta in corri­spondenza dei quadrato G, all’altezza del terzo livello.

Quindi, “principale in G-III” sostituisce la dizione “luce principale posta a de­stra della macchina ad altezza superio­re a quella della fotocamera”.

Ancora: “Effetto in A-I”, significa “luce d’effetto dietro al soggetto, lateralmen­te a questo sulla sinistra dei fotografo, più in basso dei soggetto”.

“Macch.-III” significherà “luce nella stessa posizione della fotocamera, ma sopra di essa”.

E così via.

Tecniche-base

N.B.: molte delle tecniche base sono concepite per ottimizzare il ri­tratto classico, che richiede di orientare il viso di un leggerissimo tre quarti, in modo da mantenere la frontalità, e dun­que la possibilità dello sguardo rivolto in macchina, sfruttando al contempo il lato migliore dei soggetto

Illuminazione piena

 

Tecnica

Si tratta della tecnica di illuminazione più frequente, in quanto più istintiva.  Consiste nel disporre la luce principale in modo che illumini pienamente por­zione di volto orientata verso la macchi­na, schiarendo dal lato opposto con la luce secondaria.

Se il viso del soggetto è orientato leg­germente verso sinistra, questa la dispo­sizione delle luci:

Effetto in B-III

Fondo in A/C-II

Fondamentale in G-III

Complementare in F-III

Effetto psicologico

Una luce tranquillizzante, descrittiva, senza misteri.Non interpreta in maniera inquietante al­cun volto, ed è facile riconoscervi una condizione “normale”.

Non è molto indicata per i volti troppo larghi, perché tende a non nascondere per nulla il difetto.

Illuminazione-piena

Illuminazione-piena-1

Illuminazione di taglio 

Tecnica

E’lo speculare della luce piena. Luce che esalta la forma dei viso; richie­de la disposizione della principale in mo­do che sul lato dei volto orientato verso la macchina si crei una piccola zona d’ombra.

In pratica, la luce fondamentale è sulla porzione di viso che non è orientata ver­so il fotografo, mentre quella seconda­ria è dalla parte della porzione orientata verso la macchina.

Se il viso dei soggetto è orientato leggermente verso sinistra , questa la dispos­izione delle luci.

Effetto in B-III

Fondo in A\C-II

Principale in F-III

Complementare in G-III

Effetto psico­logico

Luce abbastanza modellante, con un suo preciso carattere.  Piuttosto decisa, tende a sfinare leggermente i li­neamenti.

Deleteria su volti dagli zigomi troppo sporgenti ed in genere su volti partico­larmente volitivi, consente di conferire una buona “carica” espressiva anche ai volti di non particolare originalità, pur ri­sultando una situazione di illuminazio­ne normale e per nulla audace.

Illuminazione-di-taglio

Illuminazione-di-taglio-1

Illuminazione Rembrandt (o taglio alto)

 

Tecnica

Luce che prende uno dei nomi di defi­nizione dal tipo di illuminazione riprodot­to nei quadri dei pittore olandese, che ritraeva assai spesso i soggetti illumi­nandoli da una finestrella stretta, posta in alto.

La luce principale è posizionata sul la­to dei viso non rivolto verso il fotogra­fo, ma in posizione più arretrata rispetto a quella di taglio, in modo da generare solo un piccolo “triangolo” di luce sul­la guancia orientata verso la macchina.  Se il viso del soggetto è orientato leg­germente verso sinistra, questa la dispo­sizione delle luci:

Effetto in B-III

Fondo in A/C-II

Principale in D-III

Complementare in G-III

Effetto psicologico

Molto romantica, intimistica, ma al con­tempo ricca di carica profondamente emozionale.  Adattissima ai ritratti in low key (toni scuri) ma controindicato a quel­li “spensierati”.

Sfina in maniera sensibile il viso e ten­de ad evidenziare gli eventuali difetti di pelle.

Illuminazione-Rembrandt

Illuminazione-Rembrandt-1

Illuminazione a farfalla

 

Tecnica

Ilnome bizzarro è determinato dalla for­ma dell’ombra che si genera sotto il na­so dei soggetto.

E’ indispensabile che il rapporto di illu­minazione sia morbido, in modo da com­pensare in modo efficace proprio questa formazione di ombra, ché non sembri essere un paio di baffi.

La luce principale va posta innanzi al soggetto, e piuttosto in alto rispetto al suo viso.

La luce di schiarita può essere un poco più bassa.

Se il viso dei soggetto è orientatoleg germente verso sinistra, questa la disposizione delle luci:

Effetto in B-III

Fondo in A/C-II

Principale in H/macch-III(o più in alto ancora)

Complementare in G-II od in Macch.-III

Effetto psicologico

Luce “buona” abbastanza materna e de­scrittiva, anche se eccezionalmente più caratterizzante (e più difficile da usare) della luce piena. E’ una situazione di lu­minosità abbastanza normale, data la parentela con quella della normale luce solare.

Luce-a-farfalla

Luce-a-farfalla-1

Luce fessura

 

Tecnica

Esasperazione della luce di taglio.  In so­stanza, la luce principale finisce per il­luminare la sola porzione di viso non orientata verso la macchina, lasciando completamente in ombra l’altra metà dei volto.

Ovviamente, la schiarita compensa que­sto stato di cose, anche se è spesso uti­le mantenere a livelli bassi la sua luminosità.

Se il viso del soggetto è orientato leg­germente verso sinistra, questa la dispo­sizione delle luci:

Effetto in B-III

Fondo in A/C-II

Principale in A-III

Complementare in G-II, oppure solo pan­nello in Macch-III, o G-I

Effetto psicologico

Luce drammatica, fortemente sfinante il volto, pericolosa con visi dalla pelle di­fettosa o rugosa.  Si presta moltissimo alle interpretazioni dei caratteri più de­cisi, alle persone introverse, ai ritratti “psicologici”.

Luce-a-fessura

Luce-a-fessura-1

Luce bounce (riflessa a soffitto)

 

­Tecnica

Luce utilizzabile solo in studi con sof­fitti bianchi, oppure ricostruendo una gabbia di luce attorno o solo sopra al soggetto.

La luce principale va puntata verso il soffitto, e deve dunque essere sufficien­temente forte.  L’effetto ricorda in parte la luce a farfalla.

Effetto in B-III (oppure, assente)

Fondo in A/C-II (oppure, assente)

Principale in posizione qualsiasi, purché colpisca il soffitto in corrispondenza con la zona disposta sopra ai quadri “Macch.” ed “1”.

Complementare in “Macch.-I”

Effet­to psicologico

Luce dal sapore molto moderno, ma piuttosto difficile da usare; abbinata ad una ben dosata sovraesposizione è uti­le nei ritratti in high key (toni alti), as­sieme alla luce ad anello e quella in genere diffusa.

Luce_bounce

Luce a silhouette

Tecnica

Si tratta della tecnica adottata per dise­gnare i contorni dei soggetto con dei “fi­letti” luminosi.  Si tratta di disporre una o più sorgenti luminose spot e di buo­na potenza in posizione arretrata rispet­to al soggetto.

L’effetto si ottiene con una sola luce po­tente in posizione B-II, orientata verso il soggetto in modo che la lampada non risulti visibile in macchina, oppure:

con due o più lampade in posizione A, B o C – III, sempre in modo che non com­paiano in macchina.

Effetto psicologico

Luce sensazionalistica, per un “effettaccio” di sicuro successo, anche se piut­tosto retorico.  Attenzione ai peluzzi che, visti in controluce, divengono a volte fa­stidiosi.

Luce-silhouette

Luce ad anello

Tecnica

Tecnica usata per ottenere illuminazione descrittiva dei volto, senza ombre. E’ l’equivalente di una luce diffusa (vedi più avanti) ma genera riflessini più vivaci ­anche se poco naturali – negli occhi dei soggetto.

Si dispongono almeno quattro lampade dinanzi al soggetto in posizioni diame­trali.  Ad esempio:

1^ lampada: Macch.-III

2^lampada: Macch.-I

3^ lampada: G-II

4^ lampada: F-II

Effetto psicologico

Luce descrittiva, adatta per beauty im­personali, per ritratti in chiave alta, per volti magri od ossuti, per foto in toni alti.

Luce-ad-anello

Luce diffusa

 

Tecnica

Tecnica molto utilizzata per ritratti sem­plici di beauty, consistente nell’illumina­re frontalmente il viso, dalla direzione della macchina. con sorgenti luminose molto diffuse (bank) o riflesse (pannelli polistirolo).I pannelli vanno disposti nei quadranti G e F, e devono essere estesi quanto più possibile in altezza.

Le lampade vanno puntate contro i pan­nelli, in modo che non inviino luce diret­ta sul soggetto.

Per ciascuna delle tecniche ora contem­plate, vediamo le “conseguenze” dal punto di vista dei problemi interpretati­vi dei soggetto.

Effetto psicologico Luce “tranquilla”, senza scossoni, ma­terna, descrittiva e poco caratterizzan­te, adattissima per toni alti, beauty, volti con pelle non perfetta, soggetti da “ringiovanire”, immagini in genere “fresche

Luce-diffusa

 

ILLUMINAZIONE NATURALE

In questa sezione valutia­mo l’utilizzo della sorgente lu­minosa di una finestra come vero e proprio “punto luce”, presupponendo con questo la realizzazione dell’immagi­ne in interni, Le dimensioni della stanza influenzano le possibilità operative tanto quanto quelle della finestra.

Sarà utilizzabile una stanza qualsiasi, ma si rammenti che le stanze situate ai piani alti e di dimensioni abbastanza grandi (oltre i 4 metri) divengono delle vere e proprie sale di posa, grazie alla flessibilità operativa che concedono.  Passiamo ora in rassegna i diversi risul­tati ottenibili posizionando il soggetto in modo diverso nei pressi di una finestra Si tenga presente che con “tenda bian­ca tesa” intendiamo un tendaggio che ricopra la finestra e che , preferibilmen­te, non sia troppo pesante od arriccia­to, ma sia teso sull’infisso.  La stoffa deve essere sufficientemente leggera e comunque non colorata.

Con “luce solare indiretta” si vuole in­tendere che i raggi del Sole non devo­no battere direttamente sui vetri della finestra, sia essa schermata o meno; “luce solare diretta”, invece, è quella che colpisce direttamente la finestra (ma non che illumina direttamente il soggetto stesso).

  1. a) Soggetto a 50-70 cm dalla finestra, tenda bianca tesa, luce solare non di­retta, schiarita con pannelli argentei dal lato opposto alla finestra: il risultato è un ritratto a luce molto morbida ma chiaramente direzionale, efficacissimo per le ambientazioni romantiche o co­munque “calde”.

E’ preferibile che il soggetto abbia il vi­so rivolto verso l’esterno almeno in par­te, e che il fotografo si apposti nella posizione più ravvicinata possibile al muro su cui si apre la finestra.

  1. b) Soggetto a 50-70 cm dalla finestra, tenda bianca tesa, luce solare diretta sulla tenda, niente schiarita sul lato scu­ro dei volto, oppure schiarita con pan­nello bianco posto a circa un metro dal soggetto: il risultato è un ritratto di illu­minazione molto forte, ma che conserva un chiaro sapore “domestico”, e dunque dolce.
  1. c) Soggetto con alle spalle la finestra, tenda bianca tesa, luce solare preferibil­mente non diretta.

Ad entrambi i lati dei soggetto ma fuori dal campo inquadrato, schiarite con pannelli bianchi.

Esposizione misurata sul viso dei sog­getto, per poi chiudere di uno stop.  Il ri­sultato è un controluce ambientato, tenero e che suggerisce appena i linea­menti dei soggetto.

  1. d) Soggetto a 1,5 – 2 metri dalla finestra, fotografo disposto fra finestra e sogget­to; luce solare non diretta. Il risultato è un ritratto in luce piena, adatto a mini­mizzare i difetti della pelle volto, in par­ticolare le rughe; curare con attenzione lo sfondo eventualmente visibile alle spalle dei soggetto.
  1. e) Soggetto a 1,5 metri dalla finestra, tenda bianca tesa, luce solare diretta o no, purché non cada direttamente sul soggetto.

Il soggetto orienta il viso in modo da ri­cevere la luce “dietro l’orecchio”, cioè come se si dovesse disporre di un “tre quarti” di nuca, se osservato dalla fine­stra.  Un pannello bianco di schiarita sul­la zona opposta alla finestra.

Il risultato è un ritratto di tipo enigmati­co, molto ricco di profondità, adatto perpersone anziane o comunque espressive.

  1. f) Soggetto ad almeno 3-4 metri dalla fi­nestra, luce solare diretta, finestra pos­sibilmente di piccole dimensioni.

Niente schiarite, o poche e non estese. li risultato è un’illuminazione molto cru­da, adatta per ritratti drammatici, per visi “forti”, per espressioni da “macho”.

0 commenti su “La tecnica di illuminazione – 2”

    1. Vincenzo,
      grazie per la segnalazione.
      Le immagini non sono più presenti nella libreria ed al momento non so il perchè. Cercherò di sistemare il problema ed appena risolto ti manderò una segnalazione.
      Ciao, Francesco

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