Con questo articolo completo la panoramica sulle tecniche di base d’illuminazione.
Quanto fino ad ora contemplato rappresenta l’insieme degli elementi minimi dell’illuminazione; equivalgono alle lettere dell’alfabeto. Il loro uso differentemente combinato porta ad ottenere diverse tecniche base, usate correntemente come schemi fissi. E’ evidente come sia possibile combinare le luci in infinite possibilità di utilizzo; tuttavia, un briciolo di codificazione delle tecniche ha consentito di razionalizzare il lavoro, “preconfezionando” delle tecniche il cui uso
LE TECNICHE BASE
porta a specifici risultati.
Per fornire indicazioni precise in merito alla disposizione delle luci sul set, abbiamo scelto una formula di rappresentazione (vedi figura) più completa e precisa dei tradizionale schemino in pianta.
Supponiamo il set diviso in dodici grandi “mattonelle” a terra; su di un quadrato si suppone posto il soggetto (quadro “Sogg”); su quello a lui antistante, si suppone sistemata la macchina fotografica (quadro “Macch.”). Tutti i restanti quadri circostanti sono definiti con una lettera, partendo dal fondo a destra: i quadri A,B,C dietro al soggetto; D ed E, ai lati dei soggetto; F e G ai iati della macchina; infine, H, I ed L alle spalle della macchina .
Lo spazio dei set è poi immaginato suddiviso in tre livelli di altezza: il livello 1, al di sotto della macchina fotografica; il livello II all’altezza della macchina; il livello III al di sopra di questa
In tal modo, tutti gli spazi entro i quali è possibile collocare luci, schiarite ed altri accessori sono definiti da una coppia di lettera (corrispondente ad un quadrato alla base) e numero di livello (altezza relativamente alla posizione del la fotocamera).
Qualche esempio per meglio spiegarsi, a patto di osservare, anche il relativo disegno:
“Luce principale in G-III” significa che la lampada principale va posta in corrispondenza dei quadrato G, all’altezza del terzo livello.
Quindi, “principale in G-III” sostituisce la dizione “luce principale posta a destra della macchina ad altezza superiore a quella della fotocamera”.
Ancora: “Effetto in A-I”, significa “luce d’effetto dietro al soggetto, lateralmente a questo sulla sinistra dei fotografo, più in basso dei soggetto”.
“Macch.-III” significherà “luce nella stessa posizione della fotocamera, ma sopra di essa”.
E così via.
N.B.: molte delle tecniche base sono concepite per ottimizzare il ritratto classico, che richiede di orientare il viso di un leggerissimo tre quarti, in modo da mantenere la frontalità, e dunque la possibilità dello sguardo rivolto in macchina, sfruttando al contempo il lato migliore dei soggetto
Illuminazione piena
Tecnica
Si tratta della tecnica di illuminazione più frequente, in quanto più istintiva. Consiste nel disporre la luce principale in modo che illumini pienamente porzione di volto orientata verso la macchina, schiarendo dal lato opposto con la luce secondaria.
Se il viso del soggetto è orientato leggermente verso sinistra, questa la disposizione delle luci:
Effetto in B-III
Fondo in A/C-II
Fondamentale in G-III
Complementare in F-III
Effetto psicologico
Una luce tranquillizzante, descrittiva, senza misteri.Non interpreta in maniera inquietante alcun volto, ed è facile riconoscervi una condizione “normale”.
Non è molto indicata per i volti troppo larghi, perché tende a non nascondere per nulla il difetto.
Illuminazione di taglio
Tecnica
E’lo speculare della luce piena. Luce che esalta la forma dei viso; richiede la disposizione della principale in modo che sul lato dei volto orientato verso la macchina si crei una piccola zona d’ombra.
In pratica, la luce fondamentale è sulla porzione di viso che non è orientata verso il fotografo, mentre quella secondaria è dalla parte della porzione orientata verso la macchina.
Se il viso dei soggetto è orientato leggermente verso sinistra , questa la disposizione delle luci.
Effetto in B-III
Fondo in A\C-II
Principale in F-III
Complementare in G-III
Effetto psicologico
Luce abbastanza modellante, con un suo preciso carattere. Piuttosto decisa, tende a sfinare leggermente i lineamenti.
Deleteria su volti dagli zigomi troppo sporgenti ed in genere su volti particolarmente volitivi, consente di conferire una buona “carica” espressiva anche ai volti di non particolare originalità, pur risultando una situazione di illuminazione normale e per nulla audace.
Illuminazione Rembrandt (o taglio alto)
Tecnica
Luce che prende uno dei nomi di definizione dal tipo di illuminazione riprodotto nei quadri dei pittore olandese, che ritraeva assai spesso i soggetti illuminandoli da una finestrella stretta, posta in alto.
La luce principale è posizionata sul lato dei viso non rivolto verso il fotografo, ma in posizione più arretrata rispetto a quella di taglio, in modo da generare solo un piccolo “triangolo” di luce sulla guancia orientata verso la macchina. Se il viso del soggetto è orientato leggermente verso sinistra, questa la disposizione delle luci:
Effetto in B-III
Fondo in A/C-II
Principale in D-III
Complementare in G-III
Effetto psicologico
Molto romantica, intimistica, ma al contempo ricca di carica profondamente emozionale. Adattissima ai ritratti in low key (toni scuri) ma controindicato a quelli “spensierati”.
Sfina in maniera sensibile il viso e tende ad evidenziare gli eventuali difetti di pelle.
Illuminazione a farfalla
Tecnica
Ilnome bizzarro è determinato dalla forma dell’ombra che si genera sotto il naso dei soggetto.
E’ indispensabile che il rapporto di illuminazione sia morbido, in modo da compensare in modo efficace proprio questa formazione di ombra, ché non sembri essere un paio di baffi.
La luce principale va posta innanzi al soggetto, e piuttosto in alto rispetto al suo viso.
La luce di schiarita può essere un poco più bassa.
Se il viso dei soggetto è orientatoleg germente verso sinistra, questa la disposizione delle luci:
Effetto in B-III
Fondo in A/C-II
Principale in H/macch-III(o più in alto ancora)
Complementare in G-II od in Macch.-III
Effetto psicologico
Luce “buona” abbastanza materna e descrittiva, anche se eccezionalmente più caratterizzante (e più difficile da usare) della luce piena. E’ una situazione di luminosità abbastanza normale, data la parentela con quella della normale luce solare.
Luce fessura
Tecnica
Esasperazione della luce di taglio. In sostanza, la luce principale finisce per illuminare la sola porzione di viso non orientata verso la macchina, lasciando completamente in ombra l’altra metà dei volto.
Ovviamente, la schiarita compensa questo stato di cose, anche se è spesso utile mantenere a livelli bassi la sua luminosità.
Se il viso del soggetto è orientato leggermente verso sinistra, questa la disposizione delle luci:
Effetto in B-III
Fondo in A/C-II
Principale in A-III
Complementare in G-II, oppure solo pannello in Macch-III, o G-I
Effetto psicologico
Luce drammatica, fortemente sfinante il volto, pericolosa con visi dalla pelle difettosa o rugosa. Si presta moltissimo alle interpretazioni dei caratteri più decisi, alle persone introverse, ai ritratti “psicologici”.
Luce bounce (riflessa a soffitto)
Tecnica
Luce utilizzabile solo in studi con soffitti bianchi, oppure ricostruendo una gabbia di luce attorno o solo sopra al soggetto.
La luce principale va puntata verso il soffitto, e deve dunque essere sufficientemente forte. L’effetto ricorda in parte la luce a farfalla.
Effetto in B-III (oppure, assente)
Fondo in A/C-II (oppure, assente)
Principale in posizione qualsiasi, purché colpisca il soffitto in corrispondenza con la zona disposta sopra ai quadri “Macch.” ed “1”.
Complementare in “Macch.-I”
Effetto psicologico
Luce dal sapore molto moderno, ma piuttosto difficile da usare; abbinata ad una ben dosata sovraesposizione è utile nei ritratti in high key (toni alti), assieme alla luce ad anello e quella in genere diffusa.
Luce a silhouette
Tecnica
Si tratta della tecnica adottata per disegnare i contorni dei soggetto con dei “filetti” luminosi. Si tratta di disporre una o più sorgenti luminose spot e di buona potenza in posizione arretrata rispetto al soggetto.
L’effetto si ottiene con una sola luce potente in posizione B-II, orientata verso il soggetto in modo che la lampada non risulti visibile in macchina, oppure:
con due o più lampade in posizione A, B o C – III, sempre in modo che non compaiano in macchina.
Effetto psicologico
Luce sensazionalistica, per un “effettaccio” di sicuro successo, anche se piuttosto retorico. Attenzione ai peluzzi che, visti in controluce, divengono a volte fastidiosi.
Luce ad anello
Tecnica
Tecnica usata per ottenere illuminazione descrittiva dei volto, senza ombre. E’ l’equivalente di una luce diffusa (vedi più avanti) ma genera riflessini più vivaci anche se poco naturali – negli occhi dei soggetto.
Si dispongono almeno quattro lampade dinanzi al soggetto in posizioni diametrali. Ad esempio:
1^ lampada: Macch.-III
2^lampada: Macch.-I
3^ lampada: G-II
4^ lampada: F-II
Effetto psicologico
Luce descrittiva, adatta per beauty impersonali, per ritratti in chiave alta, per volti magri od ossuti, per foto in toni alti.
Luce diffusa
Tecnica
Tecnica molto utilizzata per ritratti semplici di beauty, consistente nell’illuminare frontalmente il viso, dalla direzione della macchina. con sorgenti luminose molto diffuse (bank) o riflesse (pannelli polistirolo).I pannelli vanno disposti nei quadranti G e F, e devono essere estesi quanto più possibile in altezza.
Le lampade vanno puntate contro i pannelli, in modo che non inviino luce diretta sul soggetto.
Per ciascuna delle tecniche ora contemplate, vediamo le “conseguenze” dal punto di vista dei problemi interpretativi dei soggetto.
Effetto psicologico Luce “tranquilla”, senza scossoni, materna, descrittiva e poco caratterizzante, adattissima per toni alti, beauty, volti con pelle non perfetta, soggetti da “ringiovanire”, immagini in genere “fresche
ILLUMINAZIONE NATURALE
In questa sezione valutiamo l’utilizzo della sorgente luminosa di una finestra come vero e proprio “punto luce”, presupponendo con questo la realizzazione dell’immagine in interni, Le dimensioni della stanza influenzano le possibilità operative tanto quanto quelle della finestra.
Sarà utilizzabile una stanza qualsiasi, ma si rammenti che le stanze situate ai piani alti e di dimensioni abbastanza grandi (oltre i 4 metri) divengono delle vere e proprie sale di posa, grazie alla flessibilità operativa che concedono. Passiamo ora in rassegna i diversi risultati ottenibili posizionando il soggetto in modo diverso nei pressi di una finestra Si tenga presente che con “tenda bianca tesa” intendiamo un tendaggio che ricopra la finestra e che , preferibilmente, non sia troppo pesante od arricciato, ma sia teso sull’infisso. La stoffa deve essere sufficientemente leggera e comunque non colorata.
Con “luce solare indiretta” si vuole intendere che i raggi del Sole non devono battere direttamente sui vetri della finestra, sia essa schermata o meno; “luce solare diretta”, invece, è quella che colpisce direttamente la finestra (ma non che illumina direttamente il soggetto stesso).
- a) Soggetto a 50-70 cm dalla finestra, tenda bianca tesa, luce solare non diretta, schiarita con pannelli argentei dal lato opposto alla finestra: il risultato è un ritratto a luce molto morbida ma chiaramente direzionale, efficacissimo per le ambientazioni romantiche o comunque “calde”.
E’ preferibile che il soggetto abbia il viso rivolto verso l’esterno almeno in parte, e che il fotografo si apposti nella posizione più ravvicinata possibile al muro su cui si apre la finestra.
- b) Soggetto a 50-70 cm dalla finestra, tenda bianca tesa, luce solare diretta sulla tenda, niente schiarita sul lato scuro dei volto, oppure schiarita con pannello bianco posto a circa un metro dal soggetto: il risultato è un ritratto di illuminazione molto forte, ma che conserva un chiaro sapore “domestico”, e dunque dolce.
- c) Soggetto con alle spalle la finestra, tenda bianca tesa, luce solare preferibilmente non diretta.
Ad entrambi i lati dei soggetto ma fuori dal campo inquadrato, schiarite con pannelli bianchi.
Esposizione misurata sul viso dei soggetto, per poi chiudere di uno stop. Il risultato è un controluce ambientato, tenero e che suggerisce appena i lineamenti dei soggetto.
- d) Soggetto a 1,5 – 2 metri dalla finestra, fotografo disposto fra finestra e soggetto; luce solare non diretta. Il risultato è un ritratto in luce piena, adatto a minimizzare i difetti della pelle volto, in particolare le rughe; curare con attenzione lo sfondo eventualmente visibile alle spalle dei soggetto.
- e) Soggetto a 1,5 metri dalla finestra, tenda bianca tesa, luce solare diretta o no, purché non cada direttamente sul soggetto.
Il soggetto orienta il viso in modo da ricevere la luce “dietro l’orecchio”, cioè come se si dovesse disporre di un “tre quarti” di nuca, se osservato dalla finestra. Un pannello bianco di schiarita sulla zona opposta alla finestra.
Il risultato è un ritratto di tipo enigmatico, molto ricco di profondità, adatto perpersone anziane o comunque espressive.
- f) Soggetto ad almeno 3-4 metri dalla finestra, luce solare diretta, finestra possibilmente di piccole dimensioni.
Niente schiarite, o poche e non estese. li risultato è un’illuminazione molto cruda, adatta per ritratti drammatici, per visi “forti”, per espressioni da “macho”.
Grazie per l’ottimo tutorial!
Devo far notare che le illustrazioni a corredo di questo tutorial e di quello precedente non sono più visibili.
Vincenzo,
grazie per la segnalazione.
Le immagini non sono più presenti nella libreria ed al momento non so il perchè. Cercherò di sistemare il problema ed appena risolto ti manderò una segnalazione.
Ciao, Francesco
Ho ripristinato le immagini che ora sono visibili.
Francesco
Grazie.