Siamo tutti Sallusti

Oggi voglio dedicare un po’ di spazio ad un argomento al di fuori della fotografia, ma quello che sta succedendo in Italia è veramente troppo grave per passarlo sotto silenzio e continuare a scrivere indifferenti.
Un giornalista, Alessandro Sallusti, direttore de Il Giornale, è stato condannato a 14 mesi di carcere e dichiarato “socialmente pericoloso” per omesso controllo su un articolo pubblicato nel 2007 da Libero di cui era direttore e ritenuto diffametorio da un giudice che lo ha querelato. E’ un precedente pericoloso, che fa pensare a Paesi come Cina o Yemen.
E’ giusto e corretto che a una persona diffamata sia concesso il giusto risarcimento, questo non si discute, ma è aberrante e vergognoso per un paese come l’Italia, che si definisce democratico, che sia prevista la galera per un pensiero e un’opinione, per quanto possa essere sbagliata o falsa, soprattutto nei confronti di un giornalista che esercita uno dei diritti fondamentali garantiti dalla nostra costituzione, quello della libertà di espressione.
Solo nei regimi dittatoriali, di destra e di sinistra, o islamici fondamentalisti si sono verificati e si verificano episodi di questo genere. L’Italia non ne uscirà bene nell’opinione internazionale e questo mi dispiace moltissimo per quando, andando all’estero, mi presento come italiano.
Ma la cosa deve preoccupare chi scrive, anche su internet, di qualsiasi argomento: se dovessi dare un giudizio negativo su una fotocamera per cui il produttore non è d’accordo, potrei essere querelato per diffamazione e rischiare la galera. Lo so che è un’estremizzazione, ma lo era anche per Sallusti e poi invece si è verificata.
Indipendentemente dalle opinioni politiche, dalla simpatia o antipatia per il giornalista, vi invito ad esprimere solidarietà per questa vicenda condividendo su Twitter e Facebook l’hashtag #SiamotuttiSallusti.
E’ necessario obbligare i politici, di destra e sinistra, che da 60 anni sperperano i nostri soldi e non hanno trovato il tempo di modificare una norma liberticida risalente all’epoca del fascismo, a modificare questa assurda legge.
E’ una battaglia per la libertà di tutti.