Giappone

Oggi a una settimana dal tragico terremoto che ha colpito il Giappone sento di dover scrivere qualcosa su questa immane tragedia.
Stavo preparando un articolo sulla fotografia di notte, ma di fronte al cataclisma che ha colpito questo popolo a cui siamo vicini e che in realtà ci fornisce gli stumenti che noi usiamo per il nostro divertimento non mi sentivo di scriverlo restando indifferente a questo avvenimento.
Da una settimana seguo questa situazione più che gli argomenti strettamente fotografici.
Il terremoto, lo tsunami e il problema alla centrale di Fukushima hanno colpito tutto il Giappone comprese le fabbriche di materiale ottico e fotografico. La situazione è grave, potrebbe peggiorare nei prossimi giorni in funzione del disastro nucleare e non si ristabilirà per molto tempo. Ci potremo trovare quindi in una situazione di scarsità di prodotti elettronici, comprese macchine fotografiche ed obiettivi.
Ma vediamo la situazione per le principali industrie Giapponesi.

Mentre la maggior parte società riferisce che stanno ancora valutando i danni causati dal terremoto più potente nella storia del Giappone, sembra che non ci siano stati morti o feriti fra i dipendenti delle aziende. I danni strutturali alle strutture aziendali variano. La maggior parte delle società sono soggette ai blackout che vengono imposti dalle autorità giapponesi a causa della crisi in evoluzione presso le centrali nucleari.
Questi dati provengono da un report americano di Adorama e riflettono abbastanza bene la situazione.
Epson ha annunciato che il Color Imaging mostra che era prevista per il 19-21 Marzo a Tokyo, è stata annullata a causa della crisi. Epson riferisce che mentre non sono state segnalate vittime nei suoi stabilimenti, uno dei suoi stabilimenti è stato colpito da uno tsunami di un metro, mentre tre altre strutture sono stati temporaneamente chiuse a causa di blackout provocati dal sisma. Due edifici che si trovano entro 16 chilometri dalla centrale nucleare di Fukushima hanno subito qualche danno e sono stati chiusi per ora.

Sony è stata colpita più duramente. Il più grande esportatore giapponese di elettronica di consumo, ancora in crescita nel mondo della fotografia, è stato costretto a interrompere le operazioni in dieci fabbriche e due centri di ricerca connessi a causa di danni del terremoto e interruzioni di corrente causate dalla situazione di emergenza negli impianti di energia nucleare. Sony ha riferito di 1000 dipendenti rifugiati al secondo piano di una fabbrica di prodotti chimici nelle vicinanze.

Nikon ha confermato di lesioni leggere ad alcuni dei suoi dipendenti, ma non mortali o ferite gravi. La fabbrica Nikon di Sendai, che produce la D3S, D3X, D700 e F6, è stata costretta a chiudere a causa di danni alle attrezzature e degli edifici. Il lavoro in almeno tre altre strutture è stato temporaneamente sospeso L’azienda sta valutando i danni.

Canon ha sospeso le operazioni in otto stabilimenti dislocati nel nord del Giappone, e riferisce che almeno 15 dipendenti sono stati feriti. La società ha detto che potrebbe spostare parte della produzione in altri stabilimenti che non sono stati danneggiati.

La divisione fotografica di Olympus non è stata influenzata dal sisma, ma alcuni dipendenti in altri luoghi , correlate alle attività della società di endoscopia hanno subito lesioni lievi. I comunicati stampa in lingua giapponese indicano che è previsto un piano di ripristino per riprendere le operazioni in 2-4 settimane.

Un dipendente della Sigma riferisce che c’è stato qualche danno alle macchine e agli edifici della fabbrica Sigma Aizu, ma nessun ferito. A causa del blackout, Sigma ha deciso di sospendere le operazioni in due dei suoi impianti.

Ricoh non riporta nessun ferito. Cinque dei suoi impianti in attività sono stati fermati e quattro non hanno un piano per riaprire.

Fuji Film riferisce che la sua fabbrica Taiwa-Cho, che si trova a 20 miglia da Sendai, è stato danneggiato dal terremoto, ma fortunatamente nessuno dei lavoratori è stato segnalato ferito. La produzione della FinePix X100, che veniva fatta in quella fabbrica, è stato temporaneamente interrotta e ritardi possono essere previsti per questa altamente attesa fotocamera. L’azienda dice che il resto della suo produzione non è influenzata.

Hoya Corporation, che possiede Pentax, riferisce che alcuni dipendenti sono stati leggermente feriti ma nessuno grave. Alcuni impianti di produzione sono stati danneggiati, anche se la società sta ancora cercando di valutare. Non è noto come la produzione di obiettivi e fotocamere e le strutture siano state danneggiate ma a causa di problemi di traffico e black-out, la produzione è stata interrotta.

Casio non riporta lesioni importanti, e la società sta cercando di accertare le condizioni delle strutture. Nel frattempo, le attività commerciali dovrebbero essere interrotte a causa dei blackout.

In una dichiarazione, Tamron riferisce nessun danno strutturale o lesioni, ma il blackout e servizio ferroviario gravemente ridotto hanno costretto la società a chiudere i suoi impianti per almeno i prossimi giorni.

Panasonic riporta di lievi ferite in una delle sue fabbriche in Giappone del nord, a Fukushima, dove la produzione di fotocamere digitali Lumix è stata sospesa. La società sta valutando i danni e, dice che l’effetto a lungo termine è ancora in corso di definizione.

Sandisk, le cui strutture sono 500 miglia dall’epicentro, sembra essere uscita illesa. Le fabbriche sono state chiuse subito dopo il terremoto, ma riprenderanno le opearazioni da venerdì mattina.

Tuttavia, a causa di possibili fermi in vari reattori nucleari in Giappone, il governo giapponese ha istituito turni di black-out, interrompendo quindi la produzione delle aziende, anche se non fossero state altrimenti colpite dal sisma o tsunami. Lo tsunami ha distrutto inoltre molte navi cargo, alcune delle quali erano pronte per la spedizione di attrezzature fotografiche per destinazioni in tutto il mondo. Questa situazione è attualmente in corso di valutazione da parte delle società, ma è probabile che di conseguenza ci sarà penuria di alcune attrezzature.

Epson, Canon, Panasonic, Sony, Ricoh e Nikon hanno riferito che hanno donato centinaia di milioni di yen  alle attività di soccorso e stanno contribuendo in altri modi per aiutare i sopravvissuti.

Per quanto riguarda la situazione degli impianti nucleari la sto seguendo tutti i giorni e le notizie sembrano sempre più catastrofiche. Credo che abbia visto giusto Ken Rockwell che fin da subito ha scritto in un suo articolo “Bad Times in Japan” che questo disastro sarebbe stato simile a quello di Chernobyl.
Io penso che sia follia costruire impianti nucleari che non possono essere mai spenti. Infatti anche quando si fa il cosiddetto “scram” per fermare la produzione di energia un impianto nucleare continua a produrre calore e deve essere sempre raffreddato pena la fusione del nucleo e la sua esplosione con diffusione di radioattività in modo incontrollato. Per fare questo occorre energia elettrica per alimentare le pompe del circuito di raffreddamento ed è proprio questa che è venuta a mancare nell’impianto di Fukushima.
Gli attuali impianti nucleari sono quindi intrinsecamente instabili e oltretutto usano una tecnologia vecchia.
In un mio articolo “Nucleare e nuova energia” che ho pubblicato più di due anni fa su un mio blog, su cui purtroppo da molto non scrivo più per motivi di tempo, ho illustrato quale potrebbe essere la soluzione per un’energia pulita e sicura.

0 commenti su “Giappone”

  1. suscita stupore che un paese da tutti considerato all’avanguardia sia tecnologicamente che per quanto riguarda la civiltà del suo popolo venga messo così in crisi. Vuol dire che anche i giapponesi sono umani, che sottovalutano i problemi e che pestano le c….e come tutti al mondo. Con la loro forza sono usciti dalla sconfitta nella II° guerra mondiale e con la tecnologia e un’economia molto forte ed innovativa si sono imposti al mondo. Ma non è tutto a quanto pare… Ora si trovano impotenti davanti ad un mostro incontrollabile, frutto di negligenze e “riservato silenzio”, ora se ne dolgono ministri e imperatore, ora i comuni cittadini ne pagano le altissime spese, e il mondo ne subirà le ricadute in termini sanitari, economici etc. Il terremoto è un gadget fornito dalla natura, ce lo teniamo, lo tsunami idem, ma della pericolosità della stragrande maggioranza degli impianti nucleari nel mondo ognuno è più o meno al corrente, grazie alle molte cassandre, spesso inascoltate che però scuotono l’opinione pubblica.
    L’unica cosa che mi da speranza è che i fatti di Fukushima, che mi sembrano lanciati verso un epilogo disastroso, possano indurre a riflessione chi vuole riprendere la corsa al nucleare in un paese come il nostro esposto a faciloneria, corruzione, “delirio da emulazione del vicino più potente” e quant’altro.

  2. Ciao Francesco, interessante e bello il post.
    Ricordo i film giapponesi di fantascienza (?!), ho l’età giusta per ricordarli, i vari Godzilla, Gamera, I misteriani, ecc. Paesaggi fatti con dioramas semplicissimi sui quali si muovevano a passo uno pupazzi assolutamente inattendibili, protagonisti intagliati nel legno, persino il grande Toshiro Mifune (l’attore di tanti film di Kurosawa). Se non fossero coinvolte persone e cose reali, mi sembrerebbe di rivedere quei film, girati però con la tecnologia di oggi. Sembra che il Giappone sia costretto a rivivere periodicamente i disastri che erano rappresentati così ingenuamente negli anni 60 in pellicole che pochi ricordano. Poi con gli anni ’70, iniziando a fotografare, ho apprezzato sempre più la precisione della loro tecnologia, le mie amatissime OM, poi le tecnologiche Canon per tornare ora alle Pen. Nel frattempo ho utilizzato tante macchine fotografiche, tanto Hi-Fi, tantissima tecnologia tutta nipponica (magari prodotta in Cina od in Malesia, ma sempre di progettazione giapponese) e non ho mai cessato di meravigliarmi della precisione con cui erano prodotti. Ho ascoltato jazzisti giapponesi e visto direttori d’orchestra (Seji Ozawa su tutti) di grande padronanza interpretativa. Ho visto decine, centinaia di foto scattate da sconosciuti fotoamatori giapponesi che nulla avevano da invidiare a celebrati professionisti. Nonostante tutto questo neanche il Giappone è riuscito a sottrarsi alla logica del profitto ed ha conservato in funzione centrali nucleari obsolete e, sostanzialmente, insicure. E’ di poco tempo fà la notizia di uno scandalo che ha costretto alle dimissioni i vertici della TEPCO (la società proprietaria delle centrali nucleari) colpevoli di aver “taroccato” i dati delle emissioni radioattive dei loro impianti. Se neanche i Giapponesi sono immuni dalla logica che antepone gli utili alla sicurezza, figuriamoci cosa succede in Europa e cosa succederebbe nel nostro paese. Non siamo in grado di gestire i rifiuti urbani in maniera razionale, figuriamoci le centrali ed i rifiuti che producono. Sicuramente in Italia ci sono situazioni di vera “eccellenza” anche nel campo dell’ingegneria nucleare, ma il fulcro dell’efficienza, in questo ed in altri campi, non è l’eccellenza ma il quotidiano. E’ la routine quotidiana di bassa qualità che rende ingestibile la sanità, che ci pone in fondo alle classifiche sulla libertà di stampa, ecc. In Giappone quello che riteniamo eccellenza è, quasi ovunque, routine automatica. Traiamone le conclusioni.
    Roberto

  3. Buongiorno Francesco, e grazie per le notizie sul Giappone. Ho letto il tuo blog sulle energie. Non sapevo due cose: che la fusione fosse pronta e uscita dalla fase della ricerca pura e che le centrali a fissione continuassero a “vivere” anche dopo che tecnicamente non producono più energia. Per la fusione ero rimasto all’accensione di una lampadina nel laboratorio europeo in inghilterra tanti ani fa, poi non ne avevo saputo più nulla. Anch’io sono in disaccordo con questo governo (che però non ho votato) e spero che il nostro paese cambi presto seguendo le indicazioni molto nobili del nostro presidente. Ho un figlio, laureato in ingeneria ambientale, che ha trovato subito lavoro in ben tre aziende, quella attuale installa pannelli fotovoltaici su case private e aziende agricole in larga parte ed è (forse è il caso di dire era) un’azienda in crescita tant’è che stavano già pensando di espandersi all’estero. Il decreto del ministro Romani ha bloccato tutto. Ora è tutto in forse, e ti risparmio lo stress che stanno vivendo con i loro clienti che premono perchè finiscano tutti gli impianti entro aprile per timore di non poter usufruire degli incentivi. Ecco, solo per dire che in qualche modo il nostro paese va sempre per le vie storte, siamo capaci di distruggere o perdere con pervicacia e sistematicità tutto quello che riusciamo a costruire.
    I terremoti ci accomunano purtroppo al Giappone e non possiamo far nulla, ma certamente potremmo evitare di farci ulteriore male da soli come sarebbe con nuove centrali nucleari. Speriamo e andiamo a votare in questo senso ai referendum prossimi.
    Un saluto a tutti.
    renzo

  4. Ciao Francesco e un saluto a tutti, scrivo per unirmi al dolore che le tante persone stanno vivendo in Giappone.
    A presto
    Nico

  5. Pur essendo in genere scettico su tutto, mi sento davvero preso per il naso sulla questione nucleare. Si era parlato e straparlato di centrali nucleari “intrinsecamente sicure” cioè che si spengono per loro natura in presenza di un guasto (per banalizzare, se un motore si rompe, si ferma) grazie a queste barre di grafite che si interpongono al materiale radioattivo fermando la fissione. In realtà abbiamo saputo che non è così, anche a barre inserite bisogna continuare ad asportare il calore immettendo energia dall’esterno, oppure i danni sono esattamente gli stessi che se la centrale funzionasse.
    E’ allora il momento di seppellire questo sistema di fare energia, e destinare tutti i fondi previsti per la costruzione di nuove centrali nucleari nella ricerca sulla fusione nucleare che, pare, dovrebbe risolvere tutto. Ma anche qui non ce l’avranno raccondata tutta.

    1. Ciao Capitanoachab,
      secondo me la questione è un poco più complessa di come la dipingono i giornali. A livello psicologico abbiamo la tendenza a stigmatizzare le morti improvvise causate dalle radiazioni, e a ignorare milioni di persone uccise dal petrolio e dalle guerre militari ed economiche che gli ruotano intorno. Abbiamo la tendenza a stigmatizzare il trasporto a combustibile, quando oltre 1/4 dell’energia e dell’acqua al mondo vengono consumati nella produzione di fertilizzanti chimici. Siamo soliti vedere sicurezza dove non ce n’è. Ignoriamo piccole invenzioni che hanno cambiato il mondo e attribuiamo un’importanza eccessiva ad altre.

      Secondo me occorre prendere con le pinze le notizie degli ultimi giorni: il nucleare non è sicuro. A meno che fosse possibile piantare le centrali in casa d’altri, come facciamo con le raffinerie. Però è formidabilmente democratico: è inutile che facciamo gli ipocriti e importiamo l’energia da Svizzera e Francia per sentirci più sicuri, se poi loro costruiscono gli impianti sul confine.

      1. Simone, Capitano,
        visto il ritorno di interesse sull’argomento scriverò un articolo sul mio vecchio blog, per non essere “off topic” qui, sull’argomento energia e posterò qui il link.
        E’ un’argomento complesso di cui mi sono interessato con maggiore o minore intensità da tempo. Come dice il capitano su tante cose non ce la raccontano giusta, dal nucleare “sicuro” alle energie rinnovabili alla fusione.
        Ciao, Francesco

      2. Ciao Schinellato, non sono affatto d’accordo con quello che dici. Anch’io ragionavo cosi molti anni fa quando frequentavo Anguillara e passavo davanti a quello che allora si chiamava CNEN, orgoglio italico, seconda potenza nucleare al mondo. La storia invece ha ampiamente dimostrato che la fissione nucleare crea più problemi di quanti ne risolva. Tanto basta per dismetterla. Che esistano centrali ai confini non vuol dire che ci dobbiamo suicidare prima costruendocele dentro casa. Certamente a Torino avrebbero comunque problemi, ma forse in sicilia ne avrebbero meno o affatto. Il fatto poi che importiamo energia dall’estero è semplicemente dovuto all’incapacità dei nostri governanti di sviluppare una seria e sana politica energetica negli ultimi 30 anni ed anche alla nostra pretesa di volere tutto senza pagare nulla. Quante volte tanti comuni si sono opposti ale pale eoliche solo perchè sono brutte? A parte che ognuno ha i suoi gusti, qualche sacrificio, anche estetico, potremmo pure farlo, anche perchè il giorno in cui dovessero scoprire una fonte efficientissima di energia che si sprigiona da una capocchia di spillo, le pale eoliche le potremmo smontare tranquillamente e le cime dei monti tornerebbero come prima. Mentre con le centrali nucleari, come dice Francesco, dovremmo tenercele a raffreddare non si sa ancora per quanti anni.
        Resto d’accordo con chi si oppone a queste centrali. ciao
        renzo

        1. Ciao Renzo,
          non sono a favore o contro il nucleare: sono contrario alla cattiva informazione. Fa perdere tempo nel migliore dei casi. Nel peggiore provoca disastri.

  6. Tutta la solidarietà al popolo giapponese, laborioso ed intelligente, che sono certo riuscirà a recuperare in breve tempo, e facendo tesoro dell’accaduto, tutta la sua capacità produttiva e di innovazione.

  7. …GRAZIE!! In 5 minuti (il tempo di leggere questo e il blog collegato) mi hai aperto gli occhi su una questione verso la quale non ho mai avuto il tempo di approfondire per conto mio. Un punto fermo e inconfutabile è purtroppo la constatazione di come ci sia (a partire dalle cose più “banali”, per arrivare a quelle più complesse, come il nucleare)disinformazione, se non mala-informazione, pilotata da interessi biechi di chi ci governa sia a livello politico che economico. …non ce la raccontano giusta! Si, perchè basta poco per deviare le coscienze e le decisioni della “massa”, basta non dire tutto, dire mezze verità e il gioco è fatto! Dico questo perchè oggi mi sento raggirato come un bambino e sono indignato per questo. Fino a poco fa mi ritenevo (nonostante Fukushima!) un convinto sostenitore del “nucleare di ultima generazione”… si ma quale nucleare? Ecco, pur sapendo dell’esistenza della distinzione tra fissione e fusione, io, quest’ultima, grazie all'”informazione di massa” l’ho sempre vista come una soluzione utopica, del futuro… dunque senza saperlo ero per l’unica “alternativa valida” che mi veniva prospettata: una tecnologia obsoleta e pericolosa!
    Adesso, pur rispettando le idee e i progetti di altre forme di energia pulita, so, in modo più consapevole, in quale forma di energia nucleare credere e sostenere, e perchè!

    1. Alberto, grazie a te, almeno sono riuscito a far sapere a qualcuno e a convincerlo che non c’è solo il nucleare da fissione e che ci stanno nascondendo qualcosa.
      Dovrei dedicare più tempo a questo argomento continuando a scrivere sul mio vecchio blog, ma certe volte mi scoraggio di fronte all’indifferenza di tutti.
      Ciao, Francesco

      1. Non scoraggiarti! C’è davvero bisogno di vera informazione, soprattutto per chi non ha molto tempo da dedicare a ricerche e approfondimenti personali… faccio il discorso di chi cerca la “pappa” pronta, lo so, ma trovare e leggere articoli che spiegano e motivano una posizione o l’altra ti dà almeno l’occasione per ragionare sulle conclusioni e farti un idea se stare da una parte o meno… è comunque meglio che ascoltare una sola campana!
        E poi un consiglio permettimi di dartelo, non fa nulla se incontri indifferenza verso questo argomento: l’acqua goccia a goccia scava anche la roccia!
        Ciao, Alberto.

  8. Chissà quante schifezze radioattive ci hanno mandato e ci mandano sti giapponesi..( vedi fotocamere, memorie,stampanti, auto, lenti…..etc etc)…Che tristezza..Vatti a fidare dei politici e dei pezzi grossi.. Basti pensare a quel ministro giapponese che si mangiò l’insalata del campo per dimostrare che non c’era pericolo, ed adesso è malato grave di leucemia..

    1. Allora compra tedesco, ma solo Leica M, le altre sono fatte in Giappone, oppure svedese Hasselblad, ma gli obiettivi sono fatti in Giappone..
      Ciao Francesco

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