Classiche: Olympus OM1&OM2

Negli anni 70 il mercato delle reflex era dominato dalla Nikon il cui modello F si vedeva in mano a tutti i più affermati professionisti. Canon doveva ancora affermarsi e ciò sarebbe avvenuto nel decennio successivo. L’unica concorrente, la Topcon, aveva cessato la produzione, gli altri pur detenendo buone quote di mercato erano considerati apparecchi per dilettanti. In questo quadro improvvisamente, nel 1972, Olympus presentò una nuova reflex professionale super compatta, la OM1, e due anni dopo la sorella OM2 con esposizione automatica. Fu un grande successo e le due fotocamere si affermarono presso numerosi professionisti, oltre che presso gli amatori, per le loro numerose qualità, non ultima la loro bellezza.

La Olympus OM1 è una reflex meccanica con esposimetro a misurazione attraverso l’obiettivo (TTL). Fu progettata dal grande capo progettista di Olympus Yoshihisa Maitani e presentata nel 1972. Inizialmente era siglata M1, ma dopo le proteste di Leica che produceva le famose macchine a telemetro serie M fu denominata OM1 (Olympus Maitani 1). Il suo ingresso sul mercato fu dirompente in quanto la OM1 si presentava come una macchina professionale, con un sistema di obiettivi ed accessori completo fin dal suo primo apparire, ma aveva delle dimensioni e un peso nettamente inferiori a tutte le altre reflex e soprattutto ni confronti della sua concorrente più diretta la Nikon F Photomic. Dimostrava quindi che era possibile progettare reflex più compatte e leggere di quelle correnti, mantenendo però una analoga robustezza. L’unica rinuncia della OM1 sul piano della funzionalità è il mirino intercambiabile, un accessorio poco usato se non in ambito super specialistico.

OM1 cromata
OM1 cromata

In più la OM1 è una fotocamera di grande bellezza, con linee purissime in cui il pentaprisma sporge pochissimo dal corpo. Questo in virtù del fatto che lo spessore della lente condensatrice del mirino e dello schermo di messa a fuoco erano stati ridotti al minimo e così si era potuto incassare maggiormente il mirino nel corpo macchina (il contrario dell’attuale Sony A900!) e tutta la meccanica era stata compattata al massimo sfruttando l’esperienza maturata con le reflex mezzo formato Olympus Pen. Le sue dimensioni sono 136x83x50 con un peso di 510 g. Dispone di un otturatore meccanico con tempi da 1 sec a 1/1000 (funziona senza pile!) e di un esposimetro con cellule sopra il pentaprisma, a fianco del mirino. La misurazione è semispot e la gamma di sensibilità varia da 25 a 1600 Asa (Iso). Gli schermi di messa a fuoco sono intercambiabili con 14 diversi tipi. Dare uno sguardo nel mirino è uno spettacolo: sembra di vedere uno schermo cinematografico rispetto al televisore di casa delle reflex APS. La copertura è del 97 % con un ingrandimento di 0,92 (il tanto decantato mirino della Nikon D3 ha una copertura del 100 %, ma con un ingrandimento di 0,7, cioè la sua immagine è molto più piccola). La messa a fuoco è ovviamente manuale facilitata da uno stigmometro al centro coadiuvato da una corona di microprismi e si esegue molto facilmente. L’avanzamento della pellicola e la ricarica dell’otturatore sono anche loro manuali, ma erano disponibili un winder da 2 fg/sec e un motore professionale, accoppiabile ad un dorso da 250 pose, da ben 5 fg/sec (con la pellicola!!!). Queste sono caratteristiche professionali.

OM2 con Motor Drive e dorso 250 fg e OM1 con winder
OM2 con Motor Drive e dorso 250 fg e OM1 con winder

Il corredo ottico comprendeva inizialmente oltre 30 obiettivi, arrivati poi a 50, per tutti gli usi e tutte le esigenze. Si inziava da 2 fish-eye, 8 mm ad immagine circolare e 16 mm con copertura completa, poi c’era la serie dei grandangoli 18, 21, 24, 28 e 35 mm. Da 21 a 35 mm erano disponibili le versioni standard e quelle ad alta luminosità f2.0. I normali comprendevano un 50 f1.2, un 45 f 2.0 supercompatto e poi i classici 50 f 1.4 e f 1.8. I tele partivano dall’85 f 2.0 per arrivare al 1000 f 11. Fra i più notevoli i 100, 180 e 250 f 2.0 (si potevano avere quindi focali da 21 a 250 mm tutte di luminosità almeno f 2.0) e il 350 f 2.8. Fra gli zoom erano disponibili un 28-48 supercompatto, due 35-70, un 75-150 fantastico per la qualità, un 100-200 e un 80-250 a cui si è poi aggiunto un 65-200, tutti a luminosità costante.

Corredo obiettivi OM Zuiko
Corredo obiettivi OM Zuiko

La OM2 differisce dalla OM1 perchè ha l’otturatore elettronico, anzichè meccanico, con esposizione automatica a priorità dei diaframmi. Si imposta sull’obiettivo il diaframma e la macchina imposta il tempo di scatto per la corretta esposizione segnalandolo nel mirino con un ago che scorre su una scala. Poichè è facilissimo variare, con la mano sinistra che tiene l’obiettivo, il diaframma impostato (tutti gli obiettivi sono ovviamente dotati della ghiera dei diaframmi) è come avere un’esposizione Program e si possono variare così i parametri di scatto con una rapidità sconosciuta alle moderne DSLR dove per variare tempi o diaframmi si deve agire su una o due rotelle con medio o pollice della mano destra distogliendola in parte dal controllo del pulsante di scatto.

La splendida OM2 nera
La splendida OM2 nera
Interno della OM2 con schema dell’esposimetro

L’esposimetro poi ha una doppia serie di cellule: due, come nella OM1 a fianco dell’oculare servono per dare un’indicazione preliminare nel mirino del tempo di scatto con cui sarà esposta la foto. Altre due, rivolte verso il piano pellicola (vedi trasparenza) sono quelle che misurano effettivamente l’esposizione valutando la luce riflessa dalla pellicola e dalla seconda tendina che riporta un’opportuno disegno che le conferisce una riflettenza pari a quella della pellicola. In questo modo sono in grado di misurare l’esposizione con la massima precisione e di reagire anche a variazioni istantanee di luce, come lo scatto di un flash di un altro fotografo, o di misurare esposizioni fino ad oltre due minuti, utilissime per fotografia notturna o astronomica. Inoltre sono in grado di controllare l’esposizione con i flash dedicati. Questo sistema esposimetrico è stato una prima mondiale ed esclusiva di Olympus, replicato solo nella successiva OM4 e garantisce esposizioni corrette in ogni condizione, come ho potuto verificare tantissime volte. Nessuna reflex digitale moderna è in grado di operare in questo modo.

OM2 con flash dedicato T20
OM2 con flash dedicato T20

Le OM1 e OM2 ebbero un grandissimo successo fra il pubblico dei fotoamatori e anche fra i professionisti grazie alle loro qualità ed al corredo di obiettivi ed accessori che comprendeva anche flash dedicati, soffietti e tubi di prolunga, stativi ed adattatori per telescopi e microscopi. Ancora oggi sono considerate fra le migliori reflex mai prodotte e conservano un alto valore sul mercato. I loro obiettivi erano fra i migliori dell’epoca, generalmente superiori ai Nikon ed ai Canon.
La loro praticità è unica: è possibile uscire senza portarsi una borsa, ma infilando il corpo in una tasca di una giacca insieme ad un obiettivo grandangolare o normale smontato e un tele o uno zoom in un’altra.
Fra le DSLR di oggi nessuna raggiunge la sua compattezza: le Olympus E420 e Nikon D40 ci si avvicinano, ma sono più grandi. Ci si chiede come mai questo visto che le DSLR moderne non devono alloggiare al loro interno il caricatore pellicola ed il rocchetto ricevente che nelle reflex a pellicola occupavano uno spazio notevole. E’ vero che c’è la batteria, ma mi chiedo perchè non sia possibile produrre una batteria dell’ingombro di un caricatore 35 mm da alloggiare da un lato della reflex. Dall’altro resterebbe abbastanza spazio per la scheda di memoria che occupa uno spazio irrisorio, per il motore di armamento dell’otturatore e per tutti i circuiti. Del motore di messa a fuoco si può fare a meno come dimostrano Canon e Nikon con D40 e D60. Evidentemente i progettisti e i designer di una volta erano migliori di quelli di oggi!
In conclusione le OM1 e OM2 sono delle fantastiche reflex, piacevoli da usare ancora oggi, con degli obiettivi eccellenti, ancora reperibili a prezzi accessibili sul mercato dell’usato e che consiglio di acquistare a tutti coloro che amano le belle cose. La OM1 in particolare garantisce di poter funzionare sempre, perchè anche senza pile scatta perdendo solo la funzionalità dell’esposimetro.
Io attualmente fotografo solo in digitale, ma prima o poi riprenderò le mie OM per scattare qualche rullino di dia e confrontare la qualità ottenibile con quella della mia DSLR.

Tutto il sistema OM
Tutto il sistema OM

15 commenti su “Classiche: Olympus OM1&OM2”

  1. io posseggo tutto il sistema om dai fissi ai zoom macro e macro da soffietto l’esposimetro e da sogno solo la pentax lx lo possiede le attuali digitali se lo sognano pero’ io adesso lo ho affiancata con la pentax k20 con 6 ottiche serie star da e fa lavoro con tutti e due i sistemi e non lo cambio con nessuno peccato che la olympus abbia tradito cambiando l’innesto alle sue digitale per questo ho scelto pentax grande come il sistema om. nikon e canon hanno solo il nome la k20 in certi aspetti e superiore ad essi ma tanti sono fissati per questi 2 marchi ciao dettorre_antonio@yahoo.it

  2. Ho provato al Photoshow la Pentax K20 e mi ha fatto un’ottima impressione. Purtroppo adesso Pentax non ha la diffusione che merita.
    Anche io ho una Pentax Mx con 50/1,7 e una Mz5 con il fantastico 32/2.0

  3. Anche io ho 2 Olympus di cui vado fiero, una è la OM2N equipaggiata anche con il suo motore di trascinamento e la seconda è una OM10 equipaggiata con il suo adattatore per operare in modo manuale, naturalmente con il suo flasc originale e una serie di ottiche tutte rigorosamente originali, compreso il famigerato 24.Non vi dico che risultati, foto stupende. Ma come tutti sono anch’io passato al digitale per pura praticità di post produzione. Salute a tutti da Ostia Lido.

    1. Gianfranco, conserva con cura le tue Olympus OM e soprattutto gli obiettivi. Come spiegherò presto in un articolo c’è una nuova possibilità di usarli in digitale.
      Ciao, Francesco

  4. Io ho una OM-4 Ti con diverse ottiche di grande qualità dal 24 2.8 al 50 1.4 al 135 2.8. In passato ho fatto ottime foto con questa macchina, adesso sto pensando di comprare un corpo digitale della serie PEN per usare gli obiettivi OM.

  5. Bellissimo articolo, per chi è appassionato di fotografia analogica e di Olympus. Ti ho mandato anche una email. Ho acquistato una Olympus OM10 e sto cercando una OM2. Anche nel digitale sono rimasto “fedele”: ho una bellissima E-520 con cui mi trovo benissimo!

    1. Nicola, ho letto l’e-mail e ti risponderò per la stessa via. Io purtroppo per le reflex digitali non condivido la scelta di Olympus, troppo limitativa, ed ho scelto Nikon che avevo sempre evitato con la pellicola. Sono invece molto interessato alle PEN.
      Ciao, Francesco

  6. Ho una OM1-n, appartenuta a mio padre, con obbiettvi Zuiko 1:1,8 f=50 e Zuiko 1:3,5 f=135; custodie e manuali originali (compreso l’ottimo manulae di Giulio Forti).
    E’ una macchina fotografica straordinaria.

  7. Anch’io sono in possesso della mitica OM-1 acquistata nel 1973 con sacrifici e lavoro rubato allo studio. Era ed è una macchina eccezzionale, ma così potrebbero dire anche quelli della Canon o della Nikon, tradizionali concorrenti della Olympus di allora, ad ogni modo una volta avuta me la portavo sempre con me con a corredo un bel grandangolo da 28mm e uno zoom da 200mm. L’uso ancora per qualche ripresa particolarmente sentita, purtroppo il passaggio dalla pellicola al digitale presuppone di avere uno scanner di buona qualità.
    Per chi fosse interessato c’è anche un’altro sito che consiglio di visitare perché abbastanza completo:
    http://www.mir.com.my/rb/photography/hardwares/classics/olympusom1n2/om1/index.htm

  8. Vista l’inflazione delle macchine digitali, pixel, megabyte, ecc… rispolvero con piacere questo interessante articolo di Francesco e mi chiedevo quale pellicole usate per la fotografia in bianco e nero con la vostra om1?

    1. Andrea,
      difficile dirlo, ma secondo me è sempre lo stesso. La OM-2 ha infatti un otturatore a controllo elettronico e non ci sarebbe motivo di avere due circuiti di controllo separati. L’otturatore elettronico consentiva quello che era il più grande pregio della OM-2, il controllo dell’esposizione in tempo reale cioè direttamente durante lo scatto.
      Purtroppo proprio per l’otturatore a controllo elettronico però costituisce il suo difetto in quanto senza pile non funziona a differenza della OM-1 che essendo meccanica funziona sempre.
      Ciao, Francesco

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